Lo potremmo definire come un viaggio attraverso le dimensioni, il formato e la taglia con cui co-evolve, una tecnologia rinnovabile, si adatta alle sempre più contingenti esigenze di autoproduzione di energia elettrica. Il nostro percorso incomincia dagli esperimenti di Land Art, di cui LAGI (Land Art Generation Initative) riporta i più interessanti. LAGI è un concorso internazionale bandito negli emirati arabi, rivolto a un team multidisciplinare che mira a proporre soluzioni artistiche per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili. Riporta una casistica di ottimi esempi in cui la tecnologia è riuscita ad andare a braccetto con l’arte, ma con l’unico risultato di partorire scenari avveniristici, economicamente infattibili e che nessuno mai avrà voglia di realizzare. La scala fa la differenza, viviamo in un periodo in cui si abbandona l’idea di grandi centrali, per convenire in una più avveduta smart grid, dove la microproduzione locale è la strada vincente.
VEIL solar-shade, l’arte da giardino: Qui il designer australiano Buro North, attraverso una forma pragmatica, coniuga la produzione di energia elettrica con un elemento di chiaro riconoscimento estetico. Pannelli solari in spazi aperti, arredamento da giardino, una mega foglia con il dorso ricoperto da cellule fotovoltaiche che nel frattempo fanno ombra, un’opera di design ambientale. Ma quanti di noi hanno un giardino? Pochi. E quindi anche per questo tipo di soluzioni dobbiamo ammetterne i pregi e riconoscerne i limiti di impiego.
Shoft house, l’energia in una tenda: è il prototipo di Sheila Kennedy che sfrutta le possibilità offerte dalla nanotecnologie OPV (Organic Photovoltaics) sotto forma di tessuto. La designer ha disegnato un prototipo di casa prefabbricata in grado di produrre energia ellettrica attraverso speciali tende fotovoltaiche capaci di catturare l’energia solare. L’elemento tessile sfrutta una tecnologia di semi-conduttori ad alta efficienza energetica che, come qualsiasi altra tenda delle nostre case, può essere montata su binari ed esposta al sole. Oltre a convertire l’energia solare, continuerà a schermare e ad isolare gli ambienti domestici sia in estate che in inverno.
Il salto da fare è quello dai mega progetti utopistici della Land Art, passando a gli interventi stile “fontana/scultura” da sfoggiare nel proprio giardino, quando questo è possibile, fino ad arrivare a soluzioni più democratiche, in cui chiunque è detentore di un balcone può rendersi un autoproduttore esteticamente incensurato. La strada è quella di pensare ad accessori energetici tipo “giacche”, “obrelli” , “cappelli” da far indossare ai nostri balconi, e da far invidiare ai nostri vicini di casa.