Alla vigilia del Summit Onu, l’associazione ambientalista chiede all'Europa di passare dal fiscal compact al wellbeing compact
(Rinnovabili.it) – Per superare la crisi di sistema che sta vivendo oggi l’Europa è necessario passare ad un accordo in grado di salvaguardare il benessere collettivo piuttosto che la finanza comunitaria, puntando in primis una migliore integrazione tra economia ed ecologia. In altre parole passare dal cosiddetto fiscal compact, cioè il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’Unione Europea ad un wellbeing compact. Questa la richiesta che il WWF ha avanzato oggi all’indirizzo del governo Italiano, presentando a Montecitorio un appello a sottoscritto da 69 deputati di tutti i gruppi parlamentari. Il momento non è stato scelto a caso: a meno di un giorno dal vertice Onu e con l’Italia presidente di turno dell’Unione Europa, l’occasione per far divenire il Belpaese guida nel percorso verso un futuro sostenibile è oggi. “L’Europa deve essere protagonista nella sfida del clima e orientarsi sempre più verso un’economia green, innovativa e sostenibile. Il semestre italiano di presidenza di turno del Consiglio dell’Unione è una straordinaria occasione per spingere in questa direzione. L’Italia infatti ha le carte in regola per esercitare questo ‘ruolo guida’ viste le sue tante imprese che hanno investito sulla green economy”, ha spiegato Ermete Realacci.
In tal senso, l’Appello al Governo italiano promosso dal WWF dal titolo “Dal fiscal compact al wellbeing compact – puntare sulla conversione ecologica dell’Europa” chiede tre impegni precisi per il futuro:
1. l’inserimento nella Strategia Europa 2020 di obiettivi ambientali espliciti per l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, le emissioni di gas serra, la tutela delle acque, la biodiversità e le infrastrutture verdi;
2. un’azione coordinata da parte della Unione Europea per ottenere uno sforzo globale effettivo per rimanere ben al di sotto dell’aumento di 2°C del riscaldamento globale (in vista della COP 20 sul Clima di Lima, Perù, del dicembre 2014 e dell’auspicato accordo globale a Parigi nel 2015);
3. l’incremento dei fondi a tutela della biodiversità a cominciare da quelli destinati alla Rete Natura 2000 europea (in vista della COP 12 sula Biodiversità di PyongChang, Corea del Sud, di ottobre 2014.
“I cittadini del mondo hanno dato ieri un segnale forte, partecipando in più di un milione in 125 città del Pianeta (tra cui Roma) alla People’s Climate March. Ora la parola è ai leader che domani saranno al Summit sul Cambiamento climatico del 23 settembre, voluto dal segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon. – commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del WWF Italia – E’ un passaggio fondamentale in cui i leader mondiali devono dimostrare di perseguire obiettivi ambiziosi e per fare in modo che, in vista che al vertice di Parigi del 2015, ci siano impegni forti, efficaci e condivisi per tenere sotto controllo la febbre del Pianeta. E’ per questo, che in occasione della presentazione dell’Appello dei parlamentari al Governo italiano, il WWF rilancia le richieste perché entro il 2030 la Unione Europea punti a una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% rispetto al 1990, una quota del 45% di energie rinnovabili sui consumi finali di energia e un risparmio energetico del 40% rispetto al 2005.”