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‘Urban Mining’, la green economy dei RAEE

Soluzioni tecnologiche e politica industriale sostenibile sono solo alcuni dei temi affrontati nella conferenza sul riciclo delle materie prime da rifiuti elettronici

Dalla crisi economica alla crisi ambientale. L’esigenza di un “new deal verde” che riformuli il nostro modo di pensare il mondo è ormai diventato una necessità, al punto che la stessa riflessione sulle prossime strategie di “sviluppo industriale sostenibile” (spesso condivise da politici, ricercatori ed esperti di settore) rappresenta ad oggi, uno dei più grandi nodi da sciogliere nella scacchiera delle grandi economie globali. Proprio partendo da questa “visione” la conferenza di ieri dal titolo “Tecnologie e strategie per una politica industriale sostenibile. Urban Mining e Riciclo delle materie prime”, organizzata a Roma presso la sede della Provincia, ha voluto concentrarsi sui RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), che nel tempo hanno assunto un ruolo sempre più centrale nel processo di crescita “green” dei maggiori Paesi industrializzati, tra cui anche l’Italia. Ciò è dovuto in particolare al fatto che, da un lato, lo smaltimento di questi “scarti speciali” (contenenti alcune sostanze tossiche non biodegradabili), ha già avuto, in molte parti del mondo, un forte impatto ambientale per la mancanza di adeguate misure di intervento nell’ambito della raccolta differenziata e della realizzazione di impianti di “trattamento” specifici; un altro motivo invece (non meno importante) riguarda le soluzioni tecnologiche utilizzate (o da utilizzare) per l’estrazione dei materiali “critici” di cui sono composti i RAEE, (tra cui rame, ferro, acciaio, mercurio, antimonio, berillio, gallio, germanio, niobio, tantalio etc), considerati elementi di primaria importanza (e di non facile accessibilità) per lo sviluppo e la produzione di apparecchiature, componenti e sistemi ad alta tecnologia.

Naturalmente le scelte e le soluzioni messe in campo dai vari Paesi in questo settore sono diverse: la Cina per esempio, è diventata in questi ultimi anni una delle principali esportatrici in Europa di Terre Rare (grazie alle sue miniere estrattive ad alto impatto ambientale); la Germania invece, ha deciso di puntare di più sul recupero e il riciclo degli elementi strategici dei RAEE con impianti “pirometallurgici” ad alte emissioni e basso rendimento di “estrapolazione”.. E l’Italia? Nonostante la totale dipendenza da “approvvigionamento”, la conferenza di ieri ha suggerito (come nel titolo) un approccio basato sul modello dello “Urban Mining”, ossia l’insieme delle azioni e delle tecnologie messe in atto per il recupero delle risorse prodotte dal catabolismo urbano (residui civili, industriali, agricoli, di recente o di vecchia produzione) in termini di materie prime seconde e di energia.
In parole povere, ogni città nel nostro Paese dovrebbe diventare una sorta di miniera urbana, andando oltre lo schema “Risorse-Produzione-Consumo-Rifiuto-Smaltimento” per entrare in una logica di “green economy aperta” che comprenda un maggiore recupero delle risorse strategiche e una migliore tutela dell’ambiente. Tutto questo ovviamente, è realizzabile soltanto attraverso la promozione di un modello virtuoso e innovativo di gestione dei rifiuti fondato sia sulla raccolta differenziata porta a porta, che sull’utilizzo di adeguate soluzioni tecnologico – impiantistiche, come ad esempio, l’estrazione degli elementi strategici dai RAEE mediante processi “idrometallurgici”. “Sono metodi – ha spiegato Roberto Morabito, direttore Unità Tecnica Tecnologie Ambientali dell’Enea – su cui la nostra unità sta lavorando da diversi anni. Sono basati essenzialmente sull’estrazione degli elementi attraverso l’utilizzo di soluzioni acide, che ci consentono di recuperare un alto numero di materiali critici dai RAEE”. “I benefici di questa tecnica – ha sottolineato Morabito – consentono di contenere i costi energetici e limitare gli impatti ambientali, poiché, essendo un processo di lavorazione “a freddo” non ci sono emissioni in atmosfera”.

All’incontro di ieri ha infine partecipato, tra gli altri, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che, per l’occasione, ha voluto sottolineare l’importanza di avviare una strategia di recupero e riciclo dei RAEE nell’area metropolitana di Roma, firmando un protocollo di intesa con il Comune di Fiano Romano per la realizzazione di un distretto industriale per la ricerca e l’innovazione nella Green Economy: – “L’idea – ha spiegato Zingaretti – è quella di lavorare affinché si apra un distretto industriale di imprese che recuperando questi materiali preziosi da ciò che oggi si butta, generi lavoro e benessere sul nostro territorio, e dimostri che è possibile con le nuove tecnologie rilanciare un modello di sviluppo sostenibile fondato sulla capacità di capire dove sono le vere risorse”.