L’Irlanda ha presentato i programmi su energia e ambiente per il suo semestre di presidenza al Consiglio dell’Unione europea
Allo scoccare dell’inizio della Presidenza dell’Irlanda al Consiglio dell’Unione europea – in carica per i prossimi sei mesi – il ministro irlandese per le Comunicazioni, l’energia e le risorse naturali Pat Rabbitte e il suo omologo Phil Hogan a capo del dicastero dell’Ambiente, della comunità e degli enti locali hanno presentato questo mercoledì i loro programmi al Parlamento europeo di Bruxelles, davanti alla Commissione ITRE per l’industria, la ricerca e l’energia e alla Commissione ENVI dell’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.
Crescita, stabilità e occupazione, sono questi gli obiettivi sui quali l’Irlanda punterà “cercando di essere trasparente ed efficace”, come ha detto il ministro Rabbitte. Si cercherà di puntare sul mercato energetico per creare nuovi posti di lavori e spingere su una crescita nel rispetto della protezione dell’ambiente. E’ importante guardare avanti perché “il 2020 in termini di investimento energetico è vicinissimo; se non saremo chiari sugli obiettivi post 2020 potemmo addirittura fare dei passi indietro”, ha detto il ministro. Resta centrale l’impegno nel creare un’economia a basso carbonio all’interno della quale le energie rinnovabili continuino ad essere la priorità grazie ad un forte aumento degli investimenti e al miglioramento degli impianti esistenti. Si lavorerà anche per l’utilizzo dei biocombustibili, e per il sostegno agli impegni stabiliti dalla direttiva 2009 sulle rinnovabili. Per quanto riguarda le questioni legate al nucleare invece, a giugno prossimo i capi stati e di governo si riuniranno per un consiglio sull’energia che prevederà un aggiornamento su eventuali sviluppi in questo tema.
Phil Hogan Ministro irlandese per l’ambiente ha sottolineato come l’ordine del giorno per i prossimi sei mesi sia ambizioso, nonostante la presidenza irlandese del Consiglio si svolga in un momento economicamente particolare. “Le soluzioni facili in questo momento non esistono”, ha dichiarato il ministro, fiducioso tuttavia riguardo l’esistenza della “strategia 2020 per creare un’Europa intelligente sostenibile e inclusiva”. Anche per lui essenziale sarà fare leva sulla sostenibilità e l’uso efficiente delle risorse affinché si possa ottenere un tenore di carbonio minore.
Sul piano legislativo sono molte le questioni in cantiere: dalla riduzione di emissioni CO2 di auto e furgoni a quella dell’uso di determinate gas fluoruanti in grado di far aumentare l’effetto serra, fino al problema delle sostanze inquinanti nell’acqua e all’aumento della protezione per i cittadini ed i lavoratori in caso di esposizioni a radiazioni ionizzanti. Tra le priorità nei negoziati intergovernativi c’è quella di perseguire un ambizioso follow-up di Rio +20 e di avere un ruolo da leader alla ventisettesima sessione del consiglio di gestione dell’UNEP – Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente– di Nairobi nel mese prossimo.
Anche la poco decisiva conferenza di Doha è stata nominata: il lavoro non mancherà per arrivare ad un accordo unico e vincolante firmato da 195 paesi. Infine, oltre all’impegno nel settimo Programma d’azione per l’ambiente “Living well, within the limits of our planet” che accompagnerà l’Unione Europea per i prossimi otto anni, il ministro irlandese ha sottolineato come lo slancio per rianimare la strategia sostenibilità alla conferenza di Rio +20 sia indispensabile.