Reti di Riserve, modello di gestione unico delle aree protette
(Rinnovabili.it) – In Trentino il turismo sostenibile non è solo una strategia di promozione del territorio o uno strumento per la tutela ambientale ma anche una vera e propria risorsa economia. Ogni anno, il sistema parchi e aree protette della Provincia di Trento genera un indotto di oltre 70 milioni di euro. E lo fa promuovendo integrazione sociale e inclusione.
Non meraviglia dunque che la strategia di sviluppo sostenibile trentina sia in continua espansione. L’ultimo passo compiuto in tal senso è stata l’assegnazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) alle Reti di Riserve, uno dei progetti più innovativi nell’ambito della tutela dell’ambiente provinciale. Le Reti di Riserve costituiscono un sistema di gestione e valorizzazione dal basso dei siti Natura 2000. L’iniziativa è attivata su base volontaria dai Comuni in cui ricadono sistemi territoriali di particolare interesse naturale, scientifico, storico-culturale e paesaggistico. Un organismo unico dunque, ma costituito da diverse cellule che lavorano assieme su progetti di sviluppo del territorio, mettendo al centro il concetto di sostenibilità.
Per il quinquennio 2017-2021 – fa sapere la Provincia – in tutto il sistema sono state messe in campo 232 Azioni Locali, per un valore complessivo di 10 milioni di euro di investimenti, pari a circa 2 milioni di euro annui (circa 250.000 euro di media all’anno per ogni Rete di Riserve) – di cui oltre il 36% messo a disposizione direttamente delle Reti di Riserve stesse (circa 100.000 € di media all’anno per Rete), circa il 20% da altri enti pubblici del territorio (Comuni, Comunità di Valle principalmente), 41% dagli operatori privati e dalle associazioni del territorio e il 3% da altri soggetti.
Come funziona la Carta europea del turismo sostenibile
La bontà e validità del progetto sono da oggi attestate grazie alla CEST, la cui assegnazione è stata comunicata nei giorni scorsi alla Provincia da Europarc Federation. La carta è una certificazione e al tempo stesso una dichiarazione di linee-guida volte ad una gestione responsabile e sostenibile dei luoghi turistici. Sottoscrivere la CEST significa aderire a 10 principi base che vanno dal coinvolgimento di tutti gli attori locali all’accrescimento dei benefici economici provenienti da turismo.
>>Leggi anche Italiani sempre più attenti al turismo sostenibile<<
È la prima volta in Europa che la certificazione è conferita ad un sistema di reti piuttosto che una singola area protetta. In Trentino, due parchi provinciali – Adamello Brenta e Paneveggio e San Martino – avevano già ottenuto la CEST, rispettivamente nel 2006 e 2015. E nel 2018 anche il Parco Nazionale dello Stelvio intende candidarsi. A breve il territorio potrà quindi contare su oltre un terzo della superficie dove vengono testate ed attuate azioni di turismo sostenibile da parte di attori locali in collaborazione con le aree protette, iniziative pronte per essere poi “disseminate” in tutto il resto della provincia.