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Il “Concerto a Pedali” dei Tetes de Bois

I Tetes de bois si sono esibiti sabato scorso durante la prima edizione europea della kermesse dedicata alla creatività tecnologica

I Tetes de Bois al Maker Fair di Roma: ecco il Concerto a Pedali

 

Lo hanno ideato e sperimentato per la prima volta nel 2011, è il Concerto a Pedali e loro sono i Tetes de Bois, la band romana nata nel ’92, la cui musica d’autore folk rock si accompagna da sempre alla passione per la bicicletta. Si tratta di uno spettacolo interamente alimentato dall’energia del pubblico che pedala in sella alla propria bici. Luci, suono e video: funziona tutto a pedali, grazie alle bici collegate a speciali dinamo. I Tetes de bois si sono esibiti sabato scorso durante la Maker Fair, la prima edizione europea della kermesse dedicata alla creatività tecnologica. Un ricordo per l’astrofisica Margherita Hack da poco scomparsa e attrice protagonista del brano del gruppo “Alfonsina e la bici”, attraverso letture e gli interventi di Paolo Bellino e Giselle Martino di Salvaiciclisti. La bella terrazza del Palazzo dei Congressi dell’Eur avrebbe dovuto accogliere il concerto e le bici del pubblico, ma il maltempo ha dirottato lo spettacolo al chiuso, senza pedalata. Buone notizie per gli appassionati: la Capitale si prepara ad ospitare infatti un altro Concerto a pedali alla fine di ottobre. Intanto Andrea Satta, leader dei Tetes de Bois, ci ha raccontato la storia di questo tipo di concerto, parlandoci della sua visione di mobilità.

 

Com’è nata l’idea del Palco a Pedali?

E’ una di quelle follie che ti vengono in bici, quando hai un tempo scandito dal rumore dei pedali. Allora vedendo accendersi la lucina della bicicletta che illumina la strada, ho pensato che con quell’energia moltiplicata si potesse fare qualcosa. Che pazzia sarebbe accendere un palco con cento persone che pedalano! Ho chiesto al mio amico ingegnere Gino Sebastianelli, e dopo studi e un’infinità di fallimenti abbiamo trovato le dinamo e le catene giuste, una pedalata praticabile e leggera perché la gente possa pedalare e godersi lo spettacolo; così è nato il Palco a pedali. Con le 128 bici, riusciamo a produrre 10 kilowatt, più o meno 70 watt a bicicletta, con una certa tolleranza. Per cui se qualcuno si ferma il meccanismo va avanti.

 

Qual è il vostro pubblico?

Si tratta di ciclisti di vario livello,- ognuno può portarsi una persona con cui alternarsi durante l’ora e un quarto di spettacolo-: chi usa la bici quotidianamente, l’appassionato che esce con i bambini la domenica, la signora che viene a vedere che aria tira, ma anche molti ragazzi. Abbiamo alche alcune postazioni per bambini.

 

Avete partecipato a concerti del genere con altre band italiane o straniere?

No, è un progetto che abbiamo fatto noi, è il primo in Italia e nel mondo. Stanno nascendo altri esperimenti al seguito del nostro e di questo sono molto contento.  Per ora abbiamo fatto una trentina di concerti dal Piemonte alla Sicilia.

 

I Tetes de Bois al Maker Fair di Roma: ecco il Concerto a Pedali

 

Nel 2005 l’ideazione del Festiva dedicato al pendolarismo “All’incontrario va” a Frascati, poi il progetto artistico TRAMiamo sul treno della Ferrovia Roma Pantano per la Notte bianca, nel 2011 il lancio del primo Festival della bicicletta e infine il Palco a Pedali. L’interesse per i temi della mobilità e per soluzioni eco compatibili nasce insieme alla band? O è qualcosa che è venuto dopo?

E’ nella nostra dimensione, siamo uomini fatti così.

 

Da romano, cosa pensi della situazione in fatto di mobilità nella Capitale?

Penso che si debbano sviluppare vie tramviarie che colleghino le periferie tra loro e piste ciclabili, non solo al centro, altrimenti la bicicletta diventa una cosa di; invece deve essere una soluzione per tutti. Io penso che bisogna essere molto severi per scoraggiare gli automobilisti. Perché non è vero che i mezzi pubblici non ci sono, ma se devono fare la lotta con milioni di automobili non riusciranno mai a circolare. Con 100 autobus in più la situazione migliora poco. Migliora tanto se si levano centomila macchine. I mezzi che ci sono impiegano la metà del tempo a fare il percorso, il viaggio è più confortevole, l’autobus passa più frequentemente. E’ giusto migliorare il servizio ma la vera leva è eliminare l’automobile.

 

Agli instancabili dell’automobile e del mezzo privato, a chi è convinto che a Roma ma non si possa circolare con e la bici – perché la città non è adatta, perché non ci sono le strutture, perché alla fine prendere la propria macchina è più comodo -, cosa dire?

Non tutti hanno il coraggio di andare in bicicletta in mezza alle strade.  La maggior parte del pubblico non ha il coraggio ed ha diritto a non averlo, ma quando ci si renderà conto che in bicicletta ci vuole la metà del tempo a spostarsi,  la gente prenderà la bici. Puoi andare al supermercato, portare tuo figlio all’asilo. Roma non è adatta alla bicicletta ma rispetto ad Amsterdam lo è. Là c’è un tempo pessimo, piove, fa freddo. Qui il tempo è quasi sempre bellissimo. Il bambino può essere trasportato nel passeggino dietro la bici. Se vuoi stare in tripla fila ad aspettare che tuo figlio esca dall’asilo con 25 gradi lo hai scelto te, ma poi hai la città che ti meriti. Non capisco cosa dovrebbero fare, un parcheggio multipiano davanti all’asilo? Non si può e non va fatto, perché non ha senso.

 

I Tetes de Bois al Maker Fair di Roma: ecco il Concerto a Pedali

 

I ciclisti a Roma sono aumentati ma le strutture per le bici sono ancora insufficienti: poche piste ciclabili, alcuni tratti versano nel degrado, poche rastrelliere, un sistema di bike sharing che ha fallito totalmente e che ora si spera possa vedere di nuovo la luce. Sei positivo al riguardo?

Noi usciamo da settant’anni di cultura dell’automobile, una società in cui il potere, il piacere, la bellezza, il successo sono stati associati all’auto. Se per tre generazioni c’è stato questo lavaggio del cervello non si può pensare che improvvisamente venga cancellato con un colpo di spugna. Ma quella stagione è finita, la gente non può più permettersi un’auto che costi 20.000 euro e che dopo tre anni ne valga 3 mila. Assicurare una macchina, ripararla, pagare la benzina, costa tanto. E’ un capitale che deperisce. Bisogna fare un ragionamento logico. Tutti gli aspetti congiurano contro l’automobile. Forse in passato quando c’erano poche automobili, sembrava una valida alternativa. Oggi non è più così, sul piano pratico, non su quello dell’ideologia: io sono più veloce di un autobus, non spendo come capitale iniziale, risparmio tempo spostandomi, rispetto l’ambiente. Se quel giorno diluvia o dovrò trasportare qualcosa, prenderò la macchina, non è un atteggiamento estremista.

 

Una città europea che vince in fatto di mobilità?

Tutte le città del nord Europa funzionano meglio di Roma in fatto di mobilità. Noi viviamo in una città straordinaria e unica nel suo genere. E’ una città che ha una storia irripetibile, non può essere paragonata a città costruite in pianura, più recenti, con strade larghe. Chi ha la fortuna di vivere in una città come Roma, Firenze, Venezia ne subisce il fascino e anche i disagi. Sicuramente se hai il Colosseo devi rispettarlo, non puoi pensare di farne a meno.

 

Cosa pensi riguardo la Pedonalizzazione dei Fori Imperiali?

Sono d’accordissimo. Mi sembra una cosa su cui non ci sia neanche tanto da discutere. I commercianti secondo me nel tempo saranno i primi ad avvantaggiarsene. Nelle città nord europee i centri storici e le parti commerciali delle città sono tutte pedonalizzate perché si sa che la gente a piedi, una volta là compra. Si tratta di accettare una nuova soluzione.