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Le strade scolastiche e la campagna Streets for kids

Il prossimo 6 maggio la Clean Cities Campaign promuove una Giornata Europea di mobilitazione dal titolo: Streets for kids! Un'occasione per scoprire cosa sono le "strade scolastiche" e come promuoverne l'istituzione nella propria città.

strade scolastiche

di Linda Maggiori

Bambini accompagnati a scuola in auto, con i genitori che cercano di arrivare più vicino possibile al portone della scuola, bambini che fanno lo slalom tra auto in retromarcia, smog e clacson. Una scena quotidiana, dal Nord al Sud Italia, davanti alle scuole di ogni ordine e grado: e se piove la situazione peggiora ulteriormente. Una situazione dannosa per la sicurezza dei bambini, per la loro salute, per non parlare dell’aspetto diseducativo. Nel novembre 2020 una interessante ricerca del Politecnico di Milano ha analizzato 400 scuole milanesi e lo spazio fuori di esse (“sagrato scolastico”). In maggioranza è stato rilevato uno spazio urbano a uso e consumo di auto e poco ospitale per pedoni e piccoli ciclisti.

“Lo spazio appena fuori dall’ingresso della scuola” – dice lo studio – “è uno dei primi spazi urbani che bambini e ragazzi vivono intensamente. In quei pochi metri quadrati fanno le loro prime amicizie, gustano la libertà dello stare da soli, sperimentano le prime autonomie e le prime relazioni sociali. Quello spazio sarà per anni il loro luogo di ritrovo. Ipotizzando che vi si soffermino anche per mezz’ora al giorno per 200 giorni all’anno, saranno 800 ore spese sempre nello stesso luogo tra i 6 e i 14 anni. L’equivalente di mezzo anno scolastico. Cosa imparano i bambini in questo ‘mezzo anno scolastico’? Quale idea di città si forma in loro? La città bella insegna bellezza, la città brutta insegna paura e diffidenza. La fragilità urbana diventa fragilità culturale. Dilatare e qualificare la città pubblica davanti alle scuole diventa quindi una proposta progettuale, urbanistica e politica”.

In Danimarca, Svezia, Svizzera, Germania, Regno Unito, Belgio, Paesi Bassi da ormai decenni, si stanno diffondendo le school streets, con le auto bandite dalle vicinanze della scuola. Al momento Londra è la città che ne ha implementate di più in un relativo breve tempo, più di 500, seguita da Parigi che ne ha 180 e un completo programma di monitoraggio, e da Barcellona che ne ha realizzate 100 e ha pianificato di svilupparne altre 150.

In Francia il divieto di circolazione davanti alle scuole è stato imposto come misura emergenziale in seguito agli attacchi terroristici, ma in molti comuni ancora continua, visti gli ottimi risultati anche in termini sociali e ambientali. In Italia la prima città a crearle fu Bolzano, nel 1989 implementata con l’iniziativa Autofrei zur Schule, e ora sono applicate in modo piuttosto diffuso su tutta la città (9 scuole). Dopo le iniziali lamentele di parte della cittadinanza, si può dire che oggi a Bolzano il numero dei bambini accompagnati in auto è il più basso d’Italia, mentre i bambini in bici o a piedi sono il 60,7% e tutti sembrano apprezzare i risvolti positivi della misura.

Che cos’è una strada scolastica e quali sono i vantaggi?

Il nome ‘strade scolastiche’ si è diffuso per per descrivere una strada (o un piazzale) adiacente a una scuola in cui viene vietato (temporaneamente o in modo permanente) il traffico degli autoveicoli, in modo che tutti possano raggiungere la scuola in sicurezza. Il transito viene sempre consentito a pedoni e bici, e può essere consentito se necessario ai mezzi per il trasporto dei disabili e scuolabus.Tra gli altri vantaggi, la misura non va sottovalutata l’importanza di ridurre in modo sostanziale l’inquinamento dell’aria nelle immediate vicinanze delle scuole: l’esposizione continua a inquinanti strettamente legati al traffico veicolare,  come il biossido di azoto, reca gravi danni alla salute dei bambini, quali asma, malattie polmonari e cardiache, danni alle cellule cerebrali, e alla capacità di apprendimento. Non a caso l’Oms ha recentemente abbassato i limiti di tolleranza a 10 µg/m3 dai 40 precedenti. Questi numeri vengono regolarmente e ampiamente superati nelle strade delle scuole delle nostre città, come registrato dall’ultima campagna “NO2 No Grazie” di Cittadini per l’Aria“. 

La Health and Environment Alliance ha rilevato in un report del 2019 valori di biossido di azoto dentro le aule di 50 scuole elementari a Varsavia, Berlino, Londra, Parigi, Madrid e Sofia intorno ai 40 µg/m3. A Londra è stato dimostrato che le strade scolastiche hanno ridotto i livelli di biossido di azoto fino al 23%. 

I vantaggi delle school streets non si limitano a questo:

  • un calo sensibile del traffico nei dintorni delle scuole riduce il rischio di incidenti;
  • si incoraggia lo spostamento casa-scuola tramite soluzioni come la bicicletta, gli spostamenti a piedi, il trasporto pubblico e lo sharing. E in questo modo, una volta “a regime”, è lo stesso spazio urbano circostante la scuola ad aprirsi ad altre trasformazioni.
  • aumenta la consapevolezza sui rischi associati all’inquinamento atmosferico, alla sicurezza stradale, e sull’impatto ambientale e climatico;
  • si garantisce maggiore autonomia a bambine e bambini, concedendo loro più spazi vivibili per il gioco libero, la socializzazione e la crescita di comunità educanti;
  • si contribuisce ad aumentare la consapevolezza sulla necessità di una rapida transizione verso una mobilità a zero emissioni.

Strade scolastiche in Italia

In Italia le esperienze raccolte non sono ancora moltissime. Dopo Bolzano, sono arrivate le esperienze di Milano con il progetto Car free school del 2012 e poi Parma, Olbia, Monza e più recentemente le nuove sperimentazioni di Milano e Roma occorse in seguito all’introduzione nel codice della definizione di Zona scolastica con il decreto-legge 76/2020. (Al momento non è ancora uscito nessun regolamento che definisca la relativa segnaletica, che ad oggi dunque non esiste nell’ordinamento italiano).Le strade/zone scolastiche possono già essere realizzate utilizzando gli strumenti classici del divieto di transito, della zona a traffico limitato o dell’area pedonale, in determinate fasce orarie, come già molti Comuni hanno fatto. A Milano sembra ci sia l’intenzione di replicare e raddoppiare la sperimentazione degli anni passati, mentre a Roma la sperimentazione avviata a fine anno scolastico 2021 soltanto una volta a settimana e su sole 17 scuole sembra al momento naufragata, e non ci sono dichiarazioni chiare da parte della Giunta in tal senso.Nel recente rapporto “City Ranking pubblicato da Clean Cities, Roma e Napoli sono le città europee con meno spazio dedicato a pedoni e bici.

Cosa possono fare le scuole?

La decisione di realizzare una strada scolastica (tramite ordinanza) spetta in ultima battuta solo al Comune, ma le scuole possono fare molto per spingere e sensibilizzare in questo senso. I comitati dei genitori, il Consiglio di istituto, o il Mobility manager scolastico (ogni scuola dovrebbe averne indicato uno) può scrivere una lettera al comune, con tanto di foto, per mostrare la situazione pericolosa e dannosa davanti alle scuole, richiedendo una limitazione di traffico. Ma anche i singoli genitori possono farlo, magari organizzando una raccolta firme. La scuola d’altra parte svolge un’importante opera di mediazione quando la strada scolastica viene realizzata, tra Comune e genitori “motorizzati” che in prima battuta potrebbero protestare per l’apparente scomodità. Il periodo giusto per “seminare” strade scolastiche è proprio quello attuale, tra aprile e giugno perché complice il bel tempo, tutto sarà più facile.

Importante non trascurare però il fatto che la popolazione della scuola cambia velocemente per cui, ad ogni inizio anno scolastico, è bene riproporre le motivazioni con volantini, locandine, cartelloni, tatuaggi urbani, assemblee, feste. Mentre il coinvolgimento della scuola è necessario, è anche importante sapere che il suo parere non è vincolante. Se la dirigente, il collegio docenti o il consiglio d’istituto non volessero accettare la strada scolastica, ma il comune la ritenesse necessaria, il provvedimento avrebbe comunque valore. Anche i residenti vanno coinvolti, attraverso campagne informative, progetti di sensibilizzazione, coinvolgimento di realtà associative locali, fino alla progettazione partecipata, come nelle esperienze di urbanismo tattico (su cui si veda questa guida; qui invece per un’esperienza italiana).

Tutti giù per strada!Venerdì 19 Novembre 2021, in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza si è tenuto in molte città d’Italia l’evento “Tutti giù per strada”, promosso e coordinato dalla Clean Cities Campaign, che ha portato in strada moltissime bambine e bambini con i loro genitori, improvvisando dei girotondi colorati e festosi davanti alle loro scuole per chiedere di chiudere al traffico le strade delle scuole, con un grande successo di partecipazione.In questa foto, particolarmente iconica, che ha viaggiato su social e media tradizionali, una manciata di bambini in girotondo sta bloccando un incrocio, con le auto ferme, per una volta costrette a cedere spazio e terreno ai bambini.

Grazie al successo dell’iniziativa italiana e di altre iniziative analoghe in Spagna e Belgio, la coalizione europea Clean Cities Campaign (che riunisce oltre 60 associazioni ambientaliste) ha deciso di rilanciare con una Giornata Europea di mobilitazione sulle Strade Scolastiche che si terrà in tutte le città il 6 maggio 2022 con il titolo: Streets for kids! Migliaia di bambine e bambini in tutta Europa scenderanno in strada, nello stesso momento, per chiedere più spazio per giocare e aria buona da respirare. La richiesta è semplice: chiediamo ai sindaci di chiudere progressivamente al traffico le strade delle nostre scuole, cioè di realizzare più “strade scolastiche”.