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Torna Siena International School on Sustainable Development 2022

(Rinnovabili.it) – Siena International School on Sustainable Development 2022 riapre i battenti dopo la chiusura obbligata a causa della pandemia.

Le lezioni della scuola di alta formazione sui temi della sostenibilità riprenderanno il 13 giugno. Il focus di quest’anno sono la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni climalteranti.

Alla fine dei corsi, Siena International School on Sustainable Development 2022 selezionerà 30 partecipanti che saranno i game changer per la carbon neutrality.

Organizzata da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), Centro Santa Chiara Lab dell’Università di Siena e SDSN (Sustainable Development Solutions Network), si avvale della collaborazione scientifica di Fondazione Enel e del supporto della RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) e di SDSN Europe.

La sfida dello sviluppo sostenibile si raggiunge con ricerca e formazione

Fondazione Enel ha partecipato dall’inizio ai lavori della Siena International School, come ha ricordato il direttore della Fondazione Enel, Carlo Papa: «Ricerca e formazione sono elementi essenziali per vincere la sfida dello sviluppo sostenibile per tutti e la convergenza tra istituzioni pubbliche, accademia e imprese è la strada migliore da percorrere con decisione».

Esperti internazionali e docenti di alto profilo si alterneranno in lezioni in presenza, workshop interattivi e visite in azienda.

In sei giorni 30 studenti e studentesse si confronteranno con problemi ai quali trovare soluzione per costruire un futuro sostenibile per il Pianeta.

Oltre a lezioni teoriche e percorsi educativi non formali in luoghi di interesse storico, una visita all’azienda vitivinicola Banfi farà conoscere “in diretta” ai ragazzi quali possono essere soluzioni innovative e sostenibili praticabili in campo agricolo.

Al termine della settimana formativa, i partecipanti presenteranno i progetti scaturiti dal lavoro svolto in gruppo nei workshop.

Prospettiva internazionale

I 30 partecipanti sono stati selezionati fra i 370 ammessi alle prime due fasi della Siena International School: un variegato campionario proveniente da 60 Paesi che va dai dottorandi ai ricercatori, dagli amministratori ai manager, dagli insegnanti ai dirigenti pubblici ai policy maker.

Uno degli obiettivi della Siena International School è costituire una rete di game changer, ovvero figure professionali di alta competenza e motivazione impegnate ad agire concretamente per raggiungere la carbon neutrality.

Molto importante la sottolineatura del rettore dell’Università di Siena, Francesco Frati: «La pandemia e le vicende belliche in corso non devono far passare in secondo piano i temi pressanti del cambiamento climatico e non devono allontanare dagli obiettivi dell’Agenda 2030.

Occorre governare un’emergenza ormai evidente e questa Scuola vuole dare una risposta con la formazione di coloro che dovranno trovare soluzioni e proporre cambiamenti per uno sviluppo più equo e sostenibile del Pianeta».

Game changer per intercettare il cambiamento

«L’alto numero di adesioni alla Siena International School on Sustainable Development testimonia che il ruolo della formazione sulle tematiche della sostenibilità è sempre più centrale per il mondo delle imprese e per il settore pubblico.

Con questa quarta edizione la Scuola intende costruire una rete di veri e propri game changer capaci di interpretare il cambiamento, immaginare il futuro e individuare soluzioni concrete in grado di realizzare le trasformazioni necessarie a cambiare l’attuale modello di sviluppo», ha dichiarato Angelo Riccaboni, presidente di Santa Chiara Lab – Università di Siena, Co-Chair SDSN Europe.

Per Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, presidenti dell’ASviS, la condivisione delle conoscenze sulla decarbonizzazione da parte di una rete internazionale di scienziati e professionisti è un valore aggiunto della Siena International School on Sustainable Development: «Persone che si confrontano, studiano e lavorano insieme, oggi e domani, per implementare la transizione energetica in diversi ambiti e organizzazioni.

Una rete di cui fanno parte sia le istituzioni, dai governi alle amministrazioni locali, sia le aziende, sia i centri di ricerca e le università, che agisce nella prospettiva di affinare una visione sistemica e generativa della sostenibilità».

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