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Con SDSN Mediterranean Siena diventa capitale della sostenibilità

Conto alla rovescia per la SDSN Mediterranean Conference “Solutions for Agri-food Sustainability in the Mediterranean. Policies, technologies and business models"

Con SDSN Mediterranean Siena diventa capitale della sostenibilità (Foto di unisinforma.net)Si aprirà il prossimo 5 marzo, presso il polo Mattioli, la seconda conferenza internazionale dell’SDSN Mediterranean, Solutions for Agri-food Sustainability in the Mediterranean. Policies, technologies and business models“, evento organizzato dall’Università di Siena e dedicato, nell’anno di EXPO2015, ai molteplici aspetti dell’agrifood.

Parte integrante dell’attività dell’ateneo sui temi dello sviluppo sostenibile, la due giorni senese riunirà esperti internazionali di alto livello, rappresentanti del mondo politico, leader della società civile, accademici e studenti di importanti enti e istituzioni della ricerca per richiamare l’attenzione sulle tematiche più attuali nell’agenda dello sviluppo sostenibile. Per capire quali saranno gli obiettivi di questo evento e quali i risultati raggiunti fino ad oggi dal rete SDSN Mediterranean, abbiamo incontrato il rettore dell’Università di Siena, Angelo Riccaboni.

 

Mauro Spagnolo: L’Università di Siena è entrata recentemente nella rete di SDSN (Sustainable Development Solution Network) come SDSN Mediterranean, l’hub regionale del Mediterraneo. Ci sono già stati risultati concreti prodotti dall’attività di MED Solution?

Angelo Riccaboni: La rete SDSN è nata a New York a settembre 2012, per iniziativa di Jeffrey Sachs e sotto la tutela dell’Onu, grazie all’impegno personale di Ban Ki Moon. Qualche mese dopo, l’Università di Siena ha avuto l’opportunità di diventare hub regionale della rete per il Mediterraneo, valorizzando la propria grande esperienza trasversale di studi nel settore della sostenibilità, dall’ambito ambientale a quello economico-sociale, raccogliendo molto interesse per questa iniziativa. La rete è cresciuta in questi due anni, riuscendo a stimolare la partecipazione di università ed enti di ricerca di molti Paesi del Mediterraneo, alcuni dei quali impegnati in sfide cruciali per la loro stessa esistenza futura. Penso che il risultato più grande sia stato proprio la capacità di aver fatto dialogare il mondo scientifico, anche in situazioni così delicate e complicate.

 

MS: In quale modo ha reagito la sua Università ad un ruolo così importante e continuativo nello scenario scientifico della sostenibilità internazionale?

AR: Siamo stati da subito consapevoli dell’importanza di questo ruolo, per il quale abbiamo lavorato molto, dapprima per consolidare la rete e stabilire con i suoi aderenti una comunanza di vedute per l’avvio di progetti in futuro.  Il fatto di essere entrati in un sistema di relazioni così interessante ha sicuramente molto stimolato i nostri ricercatori e docenti sui temi della sostenibilità. Ho visto in generale un forte impulso a iniziative in questo ambito, sia di ricerca che di didattica, con una risposta molto positiva degli studenti, che ha avuto riflessi anche all’esterno, da parte della cittadinanza e dei media che si sono interessati a noi.

 

MS: L’Università di Siena è da sempre molto impegnata sulle questioni ambientali, ad esempio quelle legate alla biologia marina ed alla geologia, per citare solo due tra i tanti settori di eccellenza scientifica internazionale. Qual è il punto di contatto tra la vostra tradizionale attività di ricerca e la partecipazione a SDSN Mediterranean?

AR: Le Università che aderiscono alla rete danno vita a questa e la alimentano, esprimendo il punto di vista del mondo scientifico, ma  SDSN Mediterranean ha anche il pregio di stimolare la partecipazione di grandi istituzioni e associazioni, riuscendo a costituire un sistema di relazioni davvero prezioso per dialogare a livello internazionale su tematiche che per loro natura hanno nei tempi relativamente lunghi e negli spazi vasti le loro dimensioni.

 

MS: Il prossimo 5 e 6 marzo si svolgeranno a Siena i lavori per la seconda edizione di SDSN Mediterranean Conference ospitata presso la vostra sede universitaria. Quali sono gli obiettivi concreti che vi siete posti per quest’evento?

AR: Intanto la realizzazione di questa conferenza mediterranea sarà di per sé un traguardo, vista la partecipazione di rappresentanti da Paesi che si trovano al momento nel mezzo di situazioni molto complicate. Sarà importante dare voce al punto di vista di esperti che non sempre vengono messi a confronto con il punto di vista europeo e nord-europeo. Nell’anno dell’Expo dedicato ai temi dell’alimentazione e dell’agricoltura, confrontarsi a Siena, in Toscana, ha un particolare significato che non può essere secondario. Per questo la Regione ha partecipato questa volta all’organizzazione della conferenza, attraverso l’assessorato all’agricoltura, con l’obiettivo di valorizzare il proprio modello di sviluppo che da sempre è sostenibile, perché rispettoso del territorio, della sua natura e della sua storia, della sua cultura. Anche in questa seconda conferenza verranno proposti progetti-soluzioni che mirano a dare risposte positive e concrete a temi specifici in ambito di sostenibilità.

La ricerca ha un ruolo fondamentale nella tecnologia e nell’innovazione. L’auspicio è che SDSN Mediterranean cresca e si consolidi sufficientemente da costituire una voce chiara e forte sui temi che riguardano proprio il Mediterraneo, che è a sud il ponte dell’Europa con il resto del mondo.