Da oggi fino al 29 luglio l’installazione luminosa dell’artista Maria Cristina Finucci, realizzata nella cornice dei Fori romani, farà risuonare il grido d’allarme del Pianeta
(Rinnovabili.it) – “HELP è un grido d’allarme che non si limita alla pur importante questione ambientale, ma pone al centro l’individuo e l’intera vita sul pianeta”. Con queste parole Maria Cristina Finucci spiega il messaggio veicolato dalle immense lettere luminose che si accenderanno ogni sera sui resti della Basilica Giulia nel Foro Romano. L’installazione “HELP the Ocean” sarà inaugurata stasera con il supporto della Fondazione Bracco, in occasione della Giornata mondiale degli oceani.
L‘opera formata da un insieme di gabbioni in rete metallica, messi a disposizione da Officine Maccaferri, rivestiti da un ricamo di sei milioni di tappini di plastica colorati, vuole simulare un ritrovamento archeologico che potrebbe essere un giorno emblematico della nostra era, ribattezzata quindi come l’ “età della plastica”. “Solo da una visione dall’alto però – si legge nel lancio stampa – si potrà notare che questa peculiare costruzione forma le quattro lettere della parola HELP, la richiesta di aiuto di un’intera epoca storica, la nostra, finalmente conscia del proprio avviato processo di autodistruzione”.
L’installazione fa parte del ciclo di progetti, iniziato dall’artista nel 2013, con la fondazione di un nuovo Stato Federale, il Garbage Patch State, il secondo Stato più vasto al mondo con i suoi 16 milioni di kmq, che comprende le cinque principali “isole” di plastica presenti negli oceani. “L’inquinamento dei mari e degli oceani del nostro Pianeta è un problema gravissimo – dichiara la Sindaca di Roma Virginia Raggi – Non possiamo girare lo sguardo davanti a questo spaventoso disastro ambientale. Roma, la Città Eterna, ospita nel suo cuore archeologico, i Fori imperiali, l’opera “Help the Ocean” di Maria Cristina Finucci che vuole sensibilizzare tutti sul tema dell’inquinamento dei mari, purtroppo avvelenati dalla plastica e dai rifiuti. L’acqua è la più preziosa delle nostre risorse naturali e dobbiamo difenderla e preservarla”.
“La nostra speranza – aggiunge Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo – è che l’area archeologica più importante e visitata in Italia possa coinvolgere il pubblico nazionale e internazionale sul significato fondante della memoria del passato, conservata nel DNA degli ambienti e dei paesaggi, sia quelli naturali, sia quelli plasmati dall’uomo; solo un uso corretto potrà garantire la conservazione del Pianeta e quindi potrà dare un futuro al nostro passato”.