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Roma futura “smart city”

Marino: “Stiamo lavorando per rendere sostenibile Roma non solo da un punto di vista energetico e ambientale, ma anche sociale”

LazioLanciare uno smart city lab, un laboratorio dell’innovazione che elabori idee e sistemi per fare di Roma una metropoli intelligente, in grado di valorizzare le proprie peculiarità sviluppando gli strumenti hi-tech, la connettività, l’informazione e quindi l’efficienza energetica, le reti di trasporto collettivo, gli stili di vita eco-compatibili. Questa la finalità di Smart City: idee e progetti per Roma Capitale, il convegno che s’è tenuto il 4 marzo in Campidoglio sotto l’egida della Commissione Speciale Sistemi Informativi, Innovazione e Sviluppo e dell’Assessorato a Roma Produttiva.

 

Al meeting hanno preso parte, con le autorità capitoline, personalità che a vario titolo si occupano d’innovazione su scala territoriale: dall’ex ministro Francesco Profumo – ora presidente dell’Osservatorio Nazionale Smart City – a Guido Arnone, direttore Tecnologia Innovazione e Digital per l’Expo 2015 di Milano; da Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum PA, al consigliere regionale Gian Paolo Manzella; dall’a.d. di Consip Domenico Casalino all’a.d. di Ericsson, Nunzio Mirtillo. E’ intervenuto il sindaco Ignazio Marino e le conclusioni sono state affidate a Marta Leonori, assessore capitolino a Roma Produttiva. A moderare il dibattito Imma Battaglia, presidente della Commissione Speciale di Roma Capitale sui Sistemi Informativi.

 

“Stiamo lavorando per rendere sostenibile Roma non solo da un punto di vista energetico e ambientale, ma anche sociale”, ha detto il Sindaco intervenendo al convegno. Per Marino uno dei problemi di fondo è riuscire a fare pieno uso dei finanziamenti europei, tema su cui l’amministrazione capitolina si mostra fortemente sensibile. Intanto, ha sottolineato il Sindaco, per la prima volta la Capitale s’è dotata di un organismo dedicato all’innovazione, la Commissione Speciale per lo sviluppo tecnologico.

 

Tappe concrete verso un futuro smart sono per il Sindaco la messa in rete dei sistemi informatici anti-evasione del Campidoglio e di Acea, nuovi semafori collegati agli autobus per abbattere i tempi di percorrenza, i progetti per ottimizzare l’uso dell’energia; tutti settori, tra l’altro, che comportano l’aumento dei posti di lavoro qualificati. Roma, ha sottolineato Marino, punta “con decisione sulla dimensione smart, che fa dell’innovazione tecnologica una leva dirompente”. Con una puntualizzazione: per essere veramente smart occorre “innovare senza eliminare le nostre tradizioni culturali”, procedere in base alle peculiarità territoriali. Dato che “non esiste unashortlist di azioni predefinite affinché una città possa essere considerata intelligente”.

 

Intanto si profilano sviluppi concreti in più settori e il Sindaco ne ha parlato: poche settimane fa, ha ricordato Marino, il Ministero per l’Università e la Ricerca (MIUR) ha assegnato a Roma un finanziamento per mandare avanti quattro progetti, in base a un bando dell’allora ministro Profumo. I progetti, due dei quali presentati insieme a Eur S.p.A. e Acea, riguardano l’informatica a scuola, le tecnologie cloud per il “governo intelligente della città”, la sicurezza del territorio e la gestione del ciclo dei rifiuti. Quattro progetti che fanno anche da stimolo sul versante Europa, per cui – rammenta Marino – è stata messa a punto l’unita CREA, cabina di regia unica tra Campidoglio e Regione per l’accesso alle risorse comunitarie e per il loro efficace impiego.

 

Per una grande città, poi, essere smart è anche questione di cura intelligente di settori particolari. “Guardare alla modernità”, ha spiegato il Sindaco, vuol dire “rispondere alle esigenze dei cittadini in ogni campo”, compreso quello del cibo: il Campidoglio è così al lavoro per realizzare un’app per smartphone e tablet che consenta di acquistare – “con sistemi di distribuzione e di pagamentosmart” – prodotti alimentari esclusivamente made in Rome presso il Centro Agroalimentare Romano. Acquisti che saranno possibili solo tramite l’app, per marcare tra l’altro l’unicità del “marchio Roma” a tavola.

 

Il lavoro da fare è comunque molto e l’ha sottolineato la consigliera Imma Battaglia: “la progettazione di una città intelligente richiede infrastrutture, servizi, capacità di networking”; e a questo fine “la dotazione tecnologica di Roma è ancora insufficiente a supportare le sfide di una metropoli”; e “i sistemi informativi di Roma Capitale sono ancora troppo verticali”. I numeri, comunque, lasciano campo alla speranza se è vero, come ha ricordato la stessa Battaglia, che il settore ICT conta nel Lazio circa 18mila aziende.