(Rinnovabili.it) – La conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile nasce anche e soprattutto per coinvolgere i rappresentanti della società civile in un dibattito che riguarderà il loro stesso destino. Non a caso lo slogan di questo Rio +20 è “The Future We Want” (il futuro che vogliamo) e non a caso il vertice ospiterà ben 50.000 partecipanti, tra cui delegati, attivisti ambientali, imprenditori, e gruppi indigeni per ricucire quello che sembra a tutti gli effetti uno strappo fra politica e comunità.
E che l’appuntamento non sia solo un “gioco dei grandi” è chiaro soprattutto in questi giorni, ribattezzati le giornate dei Dialoghi (dal 16 al 19), in cui settore privato, ONG, comunità scientifica, e tutti gli altri grandi gruppi della società civile si impegneranno in un dibattito aperto e orientato all’azione sui dieci temi chiave legati allo sviluppo sostenibile. Tre raccomandazioni provenienti da ciascuno dei Dialoghi saranno recapitate direttamente ai Capi di Stato e di Governo presenti al Vertice dal 20 al 22 giugno. L’Onu ha realizzato sul sito web dedicato all’evento una piattaforma digitale di discussione (https://www.riodialogues.org/~~V) aperta a tutti che rimarrà attiva anche per il post Rio+20. Le discussioni virtuali svoltesi fino ad oggi hanno portato alla redazione di dieci raccomandazioni concrete che sono state votate sulla piattaforma, indicando le aree dove più si dovrebbe concentrare l’attenzione tra foreste, sostenibilità, innovazione, lavoro, economia ed oceani. Il primo posto se l’è aggiudicata l’azione contro i sussidi alle fonti fossili, opzione scelta dal 66,1% dei votanti.