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RinnovArti, la cultura della sostenibilità diventa musica

Si è tenuto a Roma il 27 aprile il primo festival musicale organizzato da Rinnovabili.it nell’ambito del Villaggio per la Terra

Rinnovarti
Jam session finale con Tony Esposito

 

Grande successo per la prima edizione del festival RinnovArti

(Rinnovabili.it) – Skateboard e segnali stradali trasformati in chitarre, coltelli usurati convertiti in xilofoni, microfoni nati da vecchi telefoni, valigie resuscitate sottoforma di bassi e un banjo creato a partire da una scatola di biscotti. Questi gli strumenti musicali che hanno animato il pomeriggio romano di RinnovArti, la prima edizione del festival culturale organizzato dal quotidiano Rinnovabili.it. L’evento, allestito sulla terrazza del Pincio e parte degli appuntamenti del Villaggio per la Terra di Earth Day Italy, ha riunito lo scorso sabato 27 aprile solisti e band da sound, ritmi e background diversi ma tutti accumunati da due precisi elementi: sostenibilità e consapevolezza.

 

L’idea centrale intorno alla quale è stato creato il festival – fortemente voluto dal direttore di Rinnovabili Mauro Spagnolo – è la capacità dell’uomo di rinnovare, reinventare e riciclare in chiave sostenibile tutto ciò che lo circonda e la consapevolezza che ciò possa essere una risorsa preziosa.

Ed è esattamente questo lo spirito che ha pervaso lo spettacolo. Sul palco, sotto la conduzione dell’attore e musicista Max Paiella e dopo l’apertura di Mauro Spagnolo, si sono alternati artisti che, con linguaggi diversi, hanno offerto la loro visione su temi quali quelli della protezione e della tutela del Pianeta, e della lotta degrado ambientale e sociale, e a tutte le forme di violenza sulla natura e sull’uomo. Il ruolo e la spinta dell’arte “consapevole” può, infatti, essere strategico all’interno del percorso di transizione verso la sostenibilità e l’evento intende dare, all’interno di un unico format, visibilità e diffusione alle diverse voci che sostengono questa difficile trasformazione culturale.

 

 

A dare il via al concerto è stato il cantautore Emanuele Belloni con un repertorio dedicato alla sensibilità sociale e contro la violenza di genere. Belloni ha trascorso 6 mesi in un carcere romano per comporre e raccontare come il concetto di “riciclabilità” non sia solo applicabile alle fonti energetiche o alla materia, ma anche all’uomo. Qualsiasi uomo a prescindere dagli errori commessi, può e deve riciclarsi nella dignità e nella società.

 

Quindi sono saliti sul palco Prototipi di Scartus,  Nofunnystuff – jug band e Porca Pizza, in ordine due band ed un musicista che si sono esibiti suonando unicamente strumenti realizzati con materiali riciclati: fiati, corde e percussioni tutti nati dal mondo del recupero fai-da-te a dimostrazione di come sia possibile riuscire a raggiungere ottime performance musicali anche nei panni di “testimonial dell’economia circolare”. E tra cover e pezzi originali, come “Mi rifiuto” e “Deserto metallico”, il pubblico tramite applicazione mobile ha potuto votare il proprio artista preferito, conferendo il primo premio dell’edizione 2019 di RinnovArti a Nofunnystuff- jug band.

 

 

 

A chiudere lo spettacolo, una festosa jam session condotta da Tony Esposito, uno dei più grandi percussionisti italiani.

 

Perché scegliere il linguaggio della musica per parlare di protezione ambientale? E’ lo stesso direttore del quotidiano a spiegarlo “Ci siamo resi conto che la corsa per combattere i cambiamenti climatici, e affrontare seriamente l’epoca della transizione energetica, non può basarsi unicamente sull’innovazione tecnologica, sullo studio di nuovi algoritmi o sulle complesse metodiche progettuali“, ha dichiarato Mauro Spagnolo. “Per riuscire ad arrivare a risultati importanti, e il tempo per farlo è sempre più scarso, dobbiamo chiedere aiuto anche alla capacità privilegiata della cultura, e di tutte le forme di arte, di sensibilizzare e di entrare nell’intimo delle persone. RinnovArti vuole sperimentare questo percorso, offrire nuovi spunti di riflessione e trovare nuova energia a supporto di questa epocale trasformazione”.