Ieri, a Roma, la Tavola rotonda organizzata da ISES ITALIA durante la quale si è discusso sull’importanza di sorvegliare i passi di un settore che ha obiettivi ben precisi da raggiungere
Un sistema di monitoraggio statistico sullo stato di sviluppo delle fonti rinnovabili, che possa seguirne l’evoluzione nel corso degli anni, soprattutto in relazione alla quota con cui esse riescono a coprire i consumi energetici. È il compito assegnato al Gestore dei Servizi Energetici (GSE), illustrato ieri alla Tavola rotonda organizzata da ISES ITALIA “Energie rinnovabili: monitoraggio e informazione”, durante la quale molti operatori del settore si sono confrontati per fare il punto della situazione su quello che appare come un periodo storico piuttosto delicato.
Tutto è nato con la Direttiva 2009/28/CE che ha fissato al 20% l’obiettivo di copertura dei consumi totali di energia con le fonti rinnovabili e assegnato all’Italia un target del 17%, per il cui raggiungimento è necessario non perdere d’occhio l’andamento di alcuni fenomeni, come per esempio i consumi nei settori dell’elettricità, del calore e dei trasporti. Proprio quello che è stato chiamato a fare il GSE e che, a detta del Presidente di ISES ITALIA G.B. Zorzoli, segnerebbe una svolta nello sviluppo delle rinnovabili in Italia.
«Monitorare non soltanto le FER elettriche, ma anche quelle termiche e valutare per entrambe gli impatti occupazionali e produttivi – ha detto Zorzoli che ci ha rilasciato un’intervista – significa fare, per lo meno a livello informativo, un salto di qualità per cui non ci si potrà più nascondere dietro il comodo alibi di non avere sufficienti informazioni per poter decidere».
Basta dunque a decretucoli o pezzi di decreto, come è accaduto fin’ora. Adesso gli operatori, ma in particolar modo le Istituzioni, avranno un panorama completo per agire. Il problema grosso però, così come sottolineato da Zorzoli, è rappresentato dai decreti sulle rinnovabili termiche e sull’efficienza energetica.
«Sono 2 anni che ci sentiamo ripetere che ci occupiamo troppo di elettrico e veniamo criminalizzati per fare il nostro dovere, quando invece sarebbe importante che il Governo e il Parlamento si occupassero delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica, approvando e rendendo operativi i dovuti decreti».
Una situazione sulla quale ha stretto la morsa anche il Presidente dell’AEEG, Guido Bortoni, nella sua relazione annuale sulle attività, e a causa della quale si è registrato un vero e proprio crollo del settore in Italia, che nel 2011 ha visto diminuire di 400.000 metri quadrati i pannelli solari termici venduti rispetto al 2010.
«Tutto per colpa di chi ancora non ha predisposto i decreti di incentivazione sulle rinnovabili termiche».
Dall’altra parte della “barricata” c’è da dire che mai come in questo momento il settore termico si è dimostrato compatto e unito negli intenti. Oltre al valore strategico riconosciuto alle FER termiche e all’efficienza energetica, il settore sta procedendo col vento a favore e sta mettendo a punto una strategia di medio-lungo periodo per essere pronto non appena il quadro normativo si sarà fatto più chiaro. È proprio di questi giorni, tra l’altro, la costituzione del Coordinamento delle Associazioni Rinnovabili Termiche ed Efficienza Energetica (CARTE), il tavolo tecnico di confronto nato per stimolare il dialogo tra Governo e operatori del settore, accolto con favore anche dal Presidente di ISES ITALIA.
«Qualunque forma di collaborazione in un settore che ha patito e continua a patire un’eccessiva frammentazione – ha detto – è la benvenuta purché non sia in contrapposizione al resto. Questo è l’unico rischio che temo, ma se non ci sarà, ben venga».
Qual è, dunque il panorama che dovrebbe prospettarsi all’orizzonte?
Per Zorzoli, meno roseo di un anno fa in cui il no dei cittadini al nucleare sembrava spalancare le porte allo sviluppo delle FER in tutti i vari comparti. Oggi la situazione è un po’ più claudicante del previsto e le stime sono presto fatte.
«Da una parte ci sono le termiche, che per decollare hanno bisogno di incentivi adeguati e non di “ammontari complessivi” insufficienti, così come previsto nelle prime bozze in circolazione».
Come a dire: oltre al danno dovuto al loro ritardo, anche la beffa che siano inadeguati.
«Dall’altra – ha continuato Zorzoli – le rinnovabili elettriche, per le quali se dovessi trovarmi da solo a contrattare con le Istituzioni, direi: volete abbassare ancora un po’ gli incentivi? Abbassateli, però abolite tutti gli intralci burocratici al loro sviluppo, a cominciare da quell’invenzione pessima che è il registro degli impianti!».