Quale il miglior modo di affrontare l’inserimento delle FER nel paesaggio? Uno degli approcci più validi lo suggeriscono i workshop del Master in Architettura del Paesaggio realizzato dall'Universitat Politécnica de Catalunya e da ACMA Centro di Architettura
Quindi da una parte il paesaggio e l’ambiente mentre dall’altra la necessità di individuare forme di energia sostenibili che possono inserirsi in questo contesto di tutela solamente se dimensionate alle esigenze del fabbisogno energetico, per coprire i consumi, per rendersi energeticamente autosufficienti senza l’utilizzo di combustibili fossili. Un approccio interessante è ben affrontato nell’ambito dei workshop presenti all’interno del laboratorio di progettazione sull’Energie rinnovabili e Paesaggio tenuto nel percorso didattico del Master in Architettura del Paesaggio realizzato a Milano dalla Universitat Politécnica de Catalunya (Barcellona) e da ACMA Centro Italiano di Architettura.
Il primo workshop Bilancio energetico Paesaggio seguito dall’Architetto prof. Gomes da Silva, esperto paesaggista, ha riguardato la valutazione dell’inserimento di impianti FER per coprire il consumo energetico di una azienda agricola ubicata in un area compresa nel Parco Agricolo Sud di Milano, in cui è presente il vincolo paesaggistico. Prima di valutare le possibili FER applicabili, grazie ai dati reali forniti con il supporto della Coldiretti, è stato analizzato il bilancio energetico di una azienda agricola di allevamento e produzione intensiva di latte di oltre 600 ha e circa 2000 vacche. In seguito alla visita dell’azienda e del contesto territoriale del Parco, sono stati valutati gli aspetti qualificanti che emergono nel contesto paesaggistico attraverso una analisi dello spazio e della caratterizzazione dell’ambiente anche storica, tenendo in forte considerazione la presenza della vegetazione, dei corsi d’acqua, del suolo e degli edifici. I partecipanti al Master divisi in 4 gruppi di lavoro hanno così sviscerato per settore le diverse tematiche paesaggistiche in stretta considerazione degli aspetti energetici e della necessità di individuare forme e tecnologie FER capaci di rendere energeticamente autosufficiente l’azienda. Nella fase conclusiva del lavoro i gruppi si sono confrontati sulle diverse tematiche affrontate con una valutazione complessiva molto interessante: anche in un contesto territoriale tutelato è possibile valorizzare il paesaggio contribuendo al bilancio energetico di una azienda fino al raggiungimento dell’autosufficienza. Questa unione è emersa dalla possibilità di valorizzare l’utilizzo del suolo con una produzione vegetale di biomassa impiegabile per la produzione di energia, dalla opportunità di poter integrare negli edifici impianti solari con interventi di risparmio ed infine, seppur in modo modesto, rigenerare il ruolo dei molti canali presenti per un piccolo idroelettrico. L’utilizzo dell’eolico è stato scartato in quanto la velocità del vento è molto bassa, mentre per il biogas sono stati riscontrati problemi che riguardano la capacità di approvvigionamento degli ingredienti che alimentano gli impianti.
Questa prima riflessione aperta sul paesaggio e le FER grazie ad ACMA è solo un primo momento che rinvia ad un approfondimento che seguiremo nei prossimi giorni con la creazione di altri workshop in cui si discuterà di energia solare e paesaggio con Barbara Aronson e di idroelettrico e paesaggio con Jeppe Aagaard Andersen.