La quasi totalità degli automobilisti è a conoscenza del fatto che una scorretta gestione degli oli lubrificanti usati può comportare gravi danni all’ambiente e alla salute
(Rinnovabili.it) – Dal 1997, anno della prima legge italiana sul riciclo (Decreto Ronchi), a oggi non è cresciuta solo l’industria circolare nazionale. Ad accompagnare lo sviluppo di una filiera, oggi tra le prime in Europa, c’è anche una maggiore consapevolezza da parte degli italiani: oggi sono più informati ed impegnati, consapevoli che una corretta gestione dei rifiuti non sia positiva solo per l’ambiente ma anche per il sistema Paese. Ne dà riprova l’indagine realizzata da Lorien Consulting e commissionata dal Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati (CONOU).
Attraverso un sondaggio somministrato a 1.000 automobilisti italiani, che corrispondono a circa 39 milioni di individui per un parco veicoli di 43,8 milioni di auto e moto, Lorien Consulting restituisce una fotografia particolarmente significativa del mondo automobilistico. Accanto ad un’attenzione sempre maggiore per la raccolta differenziata – il 78% degli intervistati separa gli imballaggi, il 54% i rifiuti organici e il 39% fa la differenziata di pile e farmaci – è cresciuta anche la consapevolezza in merito alla seconda vita dei rifiuti speciali dei veicoli: oli lubrificanti usati, batterie al piombo e pneumatici. Il 15% degli intervistati afferma di sostituire da solo questi componenti per affidarsi solo successivamente professionista (officina autorizzata o benzinaio) per il loro smaltimento.
Posizionando la lente sugli oli esausti, la quasi totalità del campione (99%) è a conoscenza del fatto che una scorretta gestione degli lubrificanti usati può comportare gravi danni all’ambiente e alla salute, mentre per il 70% una corretta gestione ne comprende i vantaggi, non solo in termini di tutela ambientale ma anche per l’economia. Inoltre negli ultimi 2 anni il 38% (+7% da giugno 2014) ha smaltito olio lubrificante usato proveniente dalle proprie auto e moto, e l’11% lo ha fatto in maniera autonoma. Il dato sul fai-da-te, come sottolinea anche il presidente del CONOU, Paolo Tomasi, si mantiene limitato in Italia e ogni caso gli automobilisti dimostrano di conoscer bene i rischi legati ad una errata gestione o ad uno scorretto smaltimento. Il 45% degli automobilisti dichiara poi di conoscere l’esistenza del CONOU e il suo ruolo mentre sale al 75% la percentuale di quanti sono a conoscenza della possibilità di conferire questo tipo di rifiuto presso i centri di raccolta comunali. “Per intercettare i quantitativi di olio usato provenienti dal ‘fai da te’ – aggiunge Tomasi – abbiamo bisogno del supporto delle amministrazioni locali per una sempre maggiore diffusione di isole ecologiche adibite anche al conferimento degli oli lubrificanti usati”.