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Il mio stile di vita gentile

Red CanzianRed Canzian è un’eccezione all’opinione diffusa secondo cui la fama rende scostanti. Red è una persona amabile e alla mano, con una gentilezza naturale che colpisce. Nel suo caso, decenni di successo ininterrotto come bassista e cantante dei Pooh non hanno scalfito il garbo con cui parla della sua vita e dei suoi pensieri. Confesso un conflitto di interessi: sono da sempre una fan dei Pooh, ma vi assicuro che non ho ritoccato in meglio le sue risposte. Red Canzian è davvero una bella persona.

Non abbiamo parlato di musica, ma della sua scelta alimentare arrivata al termine di un percorso graduale. Nel 1996 smette di mangiare la carne, che digeriva con difficoltà; nel 2009 smette di mangiare anche il pesce e tutti i derivati di origine animale. Per Red diventare vegano è stata una scelta di vita, non solo in senso salutistico (aveva anche smesso di fumare), ma anche perché è convinto che un’alimentazione corretta contribuisca alla salute del pianeta. Il suo amore per gli animali lo ha portato ad essere il testimonial italiano di Pareti di vetro (prodotto dalla PeTA, l’associazione americana che si batte per il trattamento etico degli animali), un video dove immagini molto crude mostrano i maltrattamenti inflitti agli animali negli allevamenti intensivi.

Nel 2015 è stato operato d’urgenza per una dissecazione aortica: secondo il chirurgo che l’ha operato, a salvargli la vita sono stati la tempestività dell’intervento e l’ottimo stato dei suoi vasi sanguigni, «puliti come quelli di un bambino di otto anni».

 

 

Già da molti anni eri vegetariano quando a un certo punto hai deciso di diventare vegano. Dietro a questa scelta c’è solo una preferenza alimentare o qualcosa di più?

È una scelta etica, quella alimentare è arrivata in un secondo tempo. Una scelta nata dall’amore per gli animali e dal rispetto per l’ambiente perché gli allevamenti intensivi e l’utilizzo smodato di prodotti animali producono gravi danni all’equilibrio ambientale: l’effetto serra, il riscaldamento globale sono tutte conseguenze di un utilizzo sbagliato della carne e degli allevamenti intensivi che sono responsabili del 51% dei gas serra rispetto al 13% delle auto. Sono numeri che sembrano incredibili, finché non si va a verificare. In questo momento ci sono 150 miliardi di animali allevati nel mondo per essere uccisi e finire sulle nostre tavole.

 

Per la tua professione hai mangiato fuori casa per lunghi periodi. Essere vegano ti ha mai messo in difficoltà?

Dieci anni fa se andavi in un ristorante e dicevi che eri vegano ti apostrofavano con un “ah, ho capito, lei è uno di quelli che non mangiano un c…”. Oggi è tutto più facile perché tra vegani e vegetariani siamo diventati tanti e quindi siamo un business: ai ristoratori conviene adattarsi altrimenti perdono un sacco di clienti!

 

Il cambio di alimentazione ha avuto ripercussioni sul tuo stato di salute? Sei stato costretto ad assumere integratori?

In positivo sicuramente. Ho appena fatto le analisi e ho i valori di un ventenne. Non prendo integratori, ma ritengo che per stare bene siano necessarie delle abitudini di vita sane, ovvero mangiare in modo corretto, non fumare, fare attività fisica regolare: basta anche una passeggiata quotidiana all’aria aperta.

 

Sei un consumatore attento? Se hai modo di fare la spesa, leggi le etichette o segui il marchio? E quanta importanza dai al cibo biologico e a chilometro zero?

Faccio la spesa nei negozi che vendono prodotti bio, quindi sono tranquillo per quanto riguarda i prodotti confezionati. Per tutto ciò che è fresco seguo rigorosamente la stagionalità di frutta e verdura, come si faceva una volta. Di solito mi rifornisco da un contadino che conosco: prodotti biologici e a chilometro zero. Ricordo che mio padre quando arrivava l’autunno cominciava a mangiare la zucca, le castagne, le pere… Mai si sarebbe sognato di mangiare le pesche a gennaio! Quello che la natura ci offre non è mai casuale, ma anzi è adatto al clima e a farci stare bene in un determinato periodo, e magari ha anche effetti curativi.

 

Lo spreco alimentare purtroppo è un fenomeno ancora troppo diffuso. Come vi regolate in casa per non sprecare cibo?

In casa nostra non si spreca nulla. In questo mia moglie è una maestra, che segue una filosofia che scherzosamente definisco “pochista”. Noi facciamo la spesa quotidianamente, al massimo per un paio di giorni, quindi è a misura del nostro consumo. Bea è onnivora, mangia vegano con me, ma con Philip (suo figlio, ndr) mangia di tutto. Il pane invece lo facciamo in casa e lo surgeliamo affettato, quindi si scongela quello che si consuma e non si butta mai.

 

Red CanzianCon tua figlia Chiara hai scritto il libro Sano vegano italiano. Chi dei due ha trascinato l’altro nelle scelte alimentari? Lei è una chef, ma tu come te la cavi in cucina?

In realtà nessuno ha trascinato l’altro. Le dicevo che mi sarebbe piaciuto scrivere la mia esperienza e lei mi ha suggerito di abbinarci alcune ricette, e il giorno dopo mi ha subito presentato le prime proposte. Chiara è vegetariana; ogni tanto mangia uova di galline felici allevate all’aperto o formaggi di malga che provengono dal latte di mucche che vivono al pascolo. Dopo aver visto Pareti di vetro ha deciso che non avrebbe più mangiato un essere vivente. Qualità, profitto e produzione industriale difficilmente possono andare d’accordo. A fronte della crescente domanda di carne, gli animali vengono gonfiati di ormoni per farli crescere prima e imbottiti di antibiotici per proteggerli dalle infezioni causate dalle pessime condizioni in cui vivono. Tutte sostanze che ci troviamo nel piatto senza saperlo. L’alimentazione, infatti, è una delle cause dello sviluppo precoce dei bambini e della resistenza agli antibiotici, che può avere esiti letali. In cucina me la cavo discretamente, anche perché fino a qualche anno fa se un vegano non sapeva cucinare rischiava di morire di fame!

 

Sembri una persona molto solare e pacata: quanto ti ha cambiato modificare stile di vita? Pensi che il tuo esempio e la tua notorietà possano influenzare le scelte degli altri?

Sicuramente mi ha cambiato molto. All’inizio mi sentivo così diverso dalle mie abitudini precedenti… poi piano piano è successo l’inverso, non mi riconoscevo più nella persona che ero prima. Anche con l’età si cambia: sicuramente a 30 anni ero più impulsivo, più aggressivo, c’era più testosterone in giro. Ora a 60 sono più calmo, ma questa alimentazione mi fa stare bene non solo con me stesso ma anche con gli altri, e penso di fare qualcosa di giusto per l’equilibrio dell’ambiente. Però non sono un integralista: detesto ogni forma di integralismo – che ha fatto e continua a fare danni enormi – e quindi porto il mio esempio, ma non pretendo di convincere nessuno. Piuttosto amo il confronto con gli altri, scambiare le opinioni: magari la ragione è nel mezzo, ma ritengo che solo dal confronto tranquillo si possa trovare un punto di incontro tra punti di vista differenti. A volte mi rendo conto di provocare un po’ di scontento in qualche marito, perché le mogli hanno cambiato rotta e non cucinano più arrosti e bistecche: ma dopo lo scontento iniziale si renderanno conto di stare meglio anche loro!