(Rinnovabili.it) – Hanno nomi bizzarri e fantasiose silhouette: sono le imbarcazioni che formano la flotta pronta a sfidare la Rari Riciclantes, campionessa in carica, nella Re Boat Race. La regata tra barche costruite interamente con materiale riciclato, che si svolgerà il 13 e 14 settembre a Roma, nel laghetto dell’Eur, è stata presentata stamattina insieme alla rassegna “Le Voci del Bosco”, cornice della manifestazione. Essa conterrà mostre di arte urbana, workshop, laboratori di musica, concerti e attività creative dedicate a grandi e piccini. Piazza Giovanni Agnelli sarà il teatro della manifestazione, “invasa” per l’occasione da un bosco e da un palco, la cui scenografia sarà composta in prevalenza da bottiglie in PET e buste di plastica, una esposizione di rifiuti che prendono le sembianze della natura che non li ha mai generati.
La regata sarà uno degli eventi di punta della kermesse: è giunta quest’anno alla sua 5° edizione, con il numero dei partecipanti in crescita continua. Una competizione definita “eco sportiva”, che ha lo scopo di diffondere, in particolare tra i giovani, l’attenzione al tema del riciclo e del rispetto dell’ambiente.
«E pensare che era nato tutto per gioco – ripercorre Stefano Bernardini, presidente dell’associazione Sunrise 1, organizzatrice della Re Boat Race – Quando c’è stata la ‘cento vele’ ad Ostia, ci hanno chiesto qualche novità particolare. Così ho pensato: perché non proviamo a far costruire delle imbarcazioni con materiale riciclato?». Quella volta aderirono 5 famiglie, che poi sono diventate il doppio, poi 15 e poi ancora 18. Nel frattempo è stato ottenuto il permesso da Pierluigi Borghini, presidente dell’Eur, di spostare la manifestazione nel lago artificiale del quartiere. Lo spazio pareva sufficiente, ma quest’anno si è battuto ogni record: i “green team” iscritti sono addirittura 28. Fra di essi si annoverano anche quattro team Acea, i quali si contenderanno, oltre al primo premio della regata, anche uno speciale trofeo omonimo.
«Sono numeri incredibili per noi, ci fanno molto piacere ma anche un po’ paura – confessa Bernardini – Il lago, che ci sembrava così grande, è diventato improvvisamente piccolissimo. Speriamo che qualcuno naufraghi o si ritiri», scherza.
Già da giovedì 11 sarà possibile vedere i “bolidi” in mostra in piazza Giovanni Agnelli, dove saranno riuniti per l’ultimo controllo prima della messa in acqua di prova, in programma sabato. L’evento è stato preceduto da una parentesi fra il 28 giugno e il 13 di luglio, periodo durante il quale è stato possibile iscriversi, progettare, costruire e personalizzare la propria imbarcazione grazie alla guida di Elio Zoccarato, presidente dell’associazione Sunny Way.
I materiali che occorrono il più delle volte sono sorprendentemente pochi e facilmente reperibili. Bastano qualche pallet in legno per formare il “pavimento” della barca, una cinquantina di boccioni in plastica per il galleggiamento, travi e bastoni, nastro e cordino, silicone, cassette in plastica e fascette stringi cavi. I green team che condurranno le imbarcazioni del riciclo possono contare da 2 a 4 persone, e il mezzo deve essere composto, per regolamento, da almeno il 90 per cento di materiale riciclato: rifiuti urbani o industriali. Che poi vanno modellati e assemblati: ecco perché va al di là di una gara sportiva, poiché l’intenzione è dar vita a una prova manuale e artistica a sfondo ecologico. Proprio per questo sorge spontanea la domanda: e dopo? Che fine fanno le Re Boat una volta esaurito il loro compito sportivo-divulgativo? La risposta è che quest’ultimo non si conclude con il taglio del traguardo: chi non vorrà portarsi a casa la barca dovrà smaltirla presso le isole ecologiche o partecipando al trofeo “Zero Waste”, che consentirà lo smaltimento direttamente in loco. I premi, oltre a quello per chi smaltirà più in fretta e bene la propria Re Boat, saranno diversi: li vinceranno la barca più veloce e quella più lenta, la più bella e la più sostenibile, la più originale e la più tifata.