Nel 2023 c’è stata un’impennata degli illeciti, soprattutto quelli legati al ciclo dei rifiuti. I dati “preoccupanti” contenuti nella 30° edizione del rapporto di Legambiente
Rapporto Ecomafia 2024, l’anno scorso 4 reati ogni ora
Affari d’oro, per almeno 8,8 miliardi di euro. Soprattutto legati al ciclo del cemento, ma sempre più provenienti anche da quello dei rifiuti. Ambito che registra un’impennata negli illeciti: +66% l’anno scorso rispetto al 2022. In tutto, i reati ambientali in Italia nel 2023 sono stati più di 35mila, con un incremento annuo di più del 15%. In pratica quasi 100 reati al giorno, 4 all’ora. Sono i numeri diffusi da Legambiente nel rapporto Ecomafia 2024.
Rapporto Ecomafia 2024: i dati sugli illeciti
Dati “preoccupanti”, quelli raccolti nella 30° edizione del rapporto curato dall’associazione del Cigno Verde e presentato l’11 luglio a Roma. Nessun ambito o aspetto legato ai reati ambientali ha il segno meno. Salgono gli illeciti così come le persone denunciate (+30%) e gli arresti (+43%). Ma l’impressione è che l’attività di contrasto non tenga il passo con l’espansione del fenomeno.
Fenomeno che, perlomeno l’anno scorso, ha cambiato sensibilmente fisionomia. La categoria di reati ambientali più frequente resta quella connessa con il ciclo illegale del cemento. L’edilizia illecita emersa nel 2023 cresce del 6,5%. “Con il decreto “Salva casa” a cui Legambiente ha presentato una serie di emendamenti, si corre il rischio di alimentare nuovi abusi”, avverte Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e legalità.
Ma subito dietro si piazzano i reati legati al ciclo dei rifiuti, proiettati verso quota 10mila (circa ¼ del totale): “pratiche illegali che minacciano l’economia circolare”, ricorda ancora Fontana, che accende un riflettore sull’aumento dell’esportazione di RAEE e il calo del dato sul riciclo.
Al terzo posto, gli illeciti contro gli animali (tra cui bracconaggio, pesca illegale, traffico di specie protette), e a seguire gli incendi dolosi. Con volumi ben minori ma una crescita notevole si segnalano anche i furti alle opere d’arte, +59% sul 2022. E cresce anche il numero di illeciti nelle filiere agroalimentari, di 9 punti percentuali: sono più di 45mila gli illeciti amministrativi contestati, riassume il rapporto Ecomafia 2024.
Meno sorprese arrivano dall’evoluzione geografica dei reati ambientali. A dominare sono le 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Insieme rappresentano quasi metà del totale dei reati nel 2023. La Campania, da sola, raggiunge il 14%, mentre la Sicilia segna un incremento del 35%. Ci sono variazioni rilevanti, invece, in altre macro-regioni del paese. La Toscana, ad esempio, sale dal 7° al 5° posto in classifica, mentre la Sardegna addirittura dal 15° al 7° posto. La Lombardia resta saldamente la regione del Nord con più reali ambientali, ma nel Settentrione ci sono novità: come la provincia di Venezia, che balza al 9° posto.
Pressoché stagnante invece il dato sugli ecoreati, legato all’applicazione della legge 68/2015. Nel 2023 hanno superato quota 600, un lieve calo rispetto ai 637 del 2022 “dovuto al calo dei controlli”, sottolinea il rapporto Ecomafia 2024.
Invertire la rotta è certamente possibile ma “continuano a mancare norme importanti”, sottolinea il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani. A partire da provvedimenti per accelerare la distruzione degli ecomostri “assegnando ad esempio ai Prefetti l’esecuzione delle ordinanze di demolizione mai eseguite nei decenni passati”. E passando per l’inserimento nel codice penale dei delitti commessi dalle agromafie. E dall’approvazione dei decreti attuativi della legge istitutiva del SNPA per rendere più efficaci i controlli pubblici delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente.