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Quando l’Ambiente fa notizia

(Rinnovabili.it) – L’informazione ambientale italiana si è data appuntamento a Rimini e più precisamente nei padiglioni della 16esima edizione di Ecomondo. E’, infatti, la fortunata Fiera Internazionale del Recupero e dello Sviluppo Sostenibile ad aver ospitato il primo grande incontro della stampa di settore, riunendo ad unico tavolo i canali più convenzionali e quelli più giovani ed innovativi in un confronto senza precedenti. E’ la prima volta in cui comunicatori, blogger e giornalisti specializzati nei temi ambientali e della sostenibilità decidono di ragionare insieme sul proprio ruolo, sulle proprie responsabilità e sulle nuove direzioni  che l’informazione di settore sta intraprendendo.

 

L’open talk, apertosi questa mattina alla Fiera riminese, racchiudeva nel titolo stesso la sua missione: “Quando l’ambiente fa notizia. Quale informazione verso l’economia low carbon?”. L’incontro, a cui ha partecipato il direttore Mauro Spagnolo, è stato promosso da un gruppo di testate specializzate, (di cui fa parte anche Rinnovabili.it), che hanno portato la personale esperienza in un clima di conversazione aperta e informale su tre grandi tematiche: il rapporto tra media e catastrofi ambientali, quello tra media e social network, e il tema della green economy. Tre punti di osservazione differenti su un unico panorama, che sono serviti a lanciare un messaggio di coesione da parte delle testate ambientaliste italiane e a mettere a fuoco punti deboli e punti di forza di questo settore. A cominciare dalla strana relazione che lega i media generalisti alle tematiche ambientali, a cui in Italia sembra precluso un ruolo di primo piano se non in occasione delle grandi catastrofi. Casi eccezionali immersi nella retorica dell’emergenza che non preparano il pubblico al linguaggio della scienza, né a familiarizzare con quelle che sono le questioni ambientali escluse dai salotti televisivi. Casi che molte volte trovano anche impreparati i giornalisti, avulsi da quella preparazione tecnica necessaria che contraddistingue ad esempio i colleghi inglesi.

 

La necessità emersa da questo open talk è che si formi nel Belpaese una maniera nuova di trattare la notizia ambientale, capace di andare oltre i picchi d’attenzione dettati dalla cronaca o dall’agenda dei politici, ma soprattutto in grado di parlare al pubblico senza ambiguità. Un esempio lampante è rappresentato dalla green economy, tema dominante nei padiglioni di Ecomondo 2012 e vero  e proprio leit movit di tutti gli ultimi grandi discorsi anti-crisi a livello mondiale. Ma raccontare l’economia verde richiede innanzitutto che il giornalista stesso ripulisca il concetto da quell’aurea mitologica che nel tempo è andata a caratterizzarlo, quella componente per così dire astratta legata soprattutto a grandi guru della green revolution, in cui la speculazione ha oscurato le reali potenzialità di questo elemento.

 

E tutto questo va oggi inserito in una dimensione più ampia, quella disegnata dal web, mondo vivace ed in continua evoluzione che sta facendo fronte alla crisi del giornalismo tradizionale. L’evento è stata l’occasione per conoscere le realtà della rete e per mettere a fuoco un trend che vuole la comunicazione ambientale sempre più partecipativa ed orizzontale permettendo un confronto diretto con i fruitori delle notizie.

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