La Sala Verdi dell’Hotel Quirinale ha ospitato il convegno indetto ed organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, durante il quale le organizzazioni e le imprese della cosiddetta “green economy italiana” hanno esaminato e discusso, con il Ministro per l’Ambiente del Governo Italiano Corrado Clini, i contenuti del Manifesto per un futuro sostenibile in Italia.
Gli interventi coordinati da Edo Ronchi, in qualità di Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in Italia, hanno affrontato i sette punti-linee guida di questo Manifesto:
1) All’Italia serve una nuova strategia energetica, basata su un incisivo programma di misure per l’efficienza ed il risparmio di energia; 2) il paese si può ancora collocarsi fra i Leaders mondiali delle energie rinnovabili; 3) deve diventare un campione mondiale dell’uso efficiente delle risorse e del riciclo; 4) deve meglio tutelare e meglio valorizzare il suo patrimonio culturale e naturale, che è tra i più ricchi ed importanti del Mondo; 5) deve puntare su una elevata qualità ecologica ed una nuova sobrietà; 6) rilanciare il protagonismo delle sue città, grandi e piccole; 7) sviluppare maggiore consapevolezza e capacità di individuare un percorso di cambiamento e di sviluppo.
Un Manifesto che porta ben quaranta primi firmatari da Anton Francesco Albertoni fino a Giovan Battista Zorzoli. Nel vasto dibattito e nella formulazione delle domande rivolte al Ministro Clini, gli argomenti delle questioni sono stati vari ma riconducibili a tre filoni principali: l’energia, i rifiuti e la mobilità sostenibile. Sull’energia, in particolare, i presenti hanno chiesto al Ministro notizie del Decreto Fer, spiegazioni sugli incentivi al biogas e all’idroelettrico; sul tema dei rifiuti le domande hanno riguardato la promozione dei prodotti derivati dal riciclo, la raccolta differenziata nelle varie regioni italiane, la gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici; infine, sul fronte mobilità si è parlato soprattutto dei nuovi veicoli elettrici. Il Ministro ha parlato molto chiaramente della difficoltà di portare avanti iniziative di grande rilievo economico e finanziario nella attuale grave congiuntura nazionale, europea e mondiale, così come ha enumerato i mille problemi ereditati da decenni di trascuratezze, sottovalutazioni e approssimativi approcci alle varie problematiche energetiche ed ambientali ,sia da parte dei responsabili e degli organismi centrali e governativi, sia da parte delle amministrazioni territoriali e periferiche, quotidianamente a stretto contatto con le esigenze dei cittadini, prime vittime degli eventi catastrofici che periodicamente affliggono il nostro Paese, con grande dispendio di risorse umane ed economiche, certamente superiori a quelle necessarie per procedere alle opere di “manutenzione straordinaria” di tutte le zone a rischio del nostro vasto e variegato territorio. A questo punto, tutti sembrano essere del tutto consapevoli che la green economy possa davvero rappresentare una grande opportunità per uscire, presto e bene, dalla crisi attuale, ed anche per aprire nuove possibilità di sviluppo in chiave sostenibile e occupazionale. In Italia, infatti, sono ormai molte e qualificate le imprese che si stanno impegnando per prodotti e per processi puliti ed ecocompatibili, e che fanno della qualità e della certificazione ecologica un elemento decisivo della propria competitività, non solo nazionale, ma anche internazionale. Le Aziende nazionali che nel corso dell’interessante, giornata organizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, hanno rivolto domande e quesiti al Ministro Clini, sono la dimostrazione più evidente di come l’ambiente sia diventato un asset di primaria importanza nell’economia dell’impresa.