La marina militare e l’università di Siena insieme per l’iniziativa di ricerca delle micro e macro plastiche
(Rinnovabili.it) – “Plastic Busters“ non si ferma. Il progetto dedicato a monitorare la salute del Mediterraneo e a ridurre la diffusione delle plastiche nel Mare Nostrum è pronto a scandagliare di nuovo le nostre acque. E per farlo rinnova la cooperazione con nave Aretusa, l’imbarcazione della Marina Militare al comando del tenente di vascello Giorgio Marini Bettolo. Dal 14 al 17 luglio nell’ambito della Campagna Idrografica 2015, l’equipaggio di nave Aretusa parteciperà insieme al team dell’Università di Siena (guidato dalla Professoressa Cristina Fossi) alla raccolta campioni delle particelle plastiche in sospensione nel mar Tirreno.
La raccolta dei campioni delle plastiche verrà effettuata grazie ad uno speciale retino, denominato “manta”, in grado di catturare tutte le particelle in sospensione. Inoltre saranno raccolti campioni di plancton in superficie per misurarne la contaminazione. Nella stessa area verranno inoltre studiate le possibili interazioni fra la contaminazione da plastiche e le aree di alimentazione della balenottera comune. La fauna marina è infatti la prima vittima di questo tipo di inquinamento: nello stomaco delle tartaruga sono stati trovati fino a 143 frammenti di plastiche di tutti i tipi. Dei 3 miliardi di rifiuti che invadono il Mare Nostrum, tra il 70 e l’80% è infatti costituito da plastiche che contaminano la fauna marina e la catena alimentare, fino al pesce che arriva sulle nostre tavole. il progetto è statao presentato per la prima volta come “solution” alla conferenza internazionale First Siena Solutions Conference Sustainable Development for the Mediterranean Region del 2013, l’evento dedicato alla sostenibilità e promosso nell’ambito della rete ONU Sustainable Development Solutions Network.
All’interno di questa rete delle Nazioni Unite, l’Università di Siena, sotto la direzione del Rettore Prof. Angelo Riccaboni, è l’ente coordinatore per l’area del Mediterraneo. La Marina Militare, grazie alla naturale connotazione dual use delle proprie navi, da sempre partecipa a progetti nell’ambito della tutela dell’ambiente marino ed in particolare alle problematiche connesse alla presenza di addensamenti di plastiche nel mare.