Nel novero degli obiettivi prioritari del Piano per il Sud appaiono anche clima e ambiente, tra novità e consuetudini.
(Rinnovabili.it) – Recentemente presentato dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, il Piano per il Sud ha l’obiettivo di contribuire ad una crescita sostenibile ed inclusiva che, nell’ambito della più ampia strategia Europa 2020, riduca le disparità regionali presenti nel territorio italiano. Tra queste, il divario Nord-Sud è di certo la questione più urgente.
Per raggiungere questo scopo, si è deciso di puntare su pochi obiettivi prioritari e imbastire una programmazione strategica orientata ai risultati, attraverso l’identificazione di criteri di valutazione e indicatori che siano in grado di misurare lo sviluppo del Mezzogiorno, creando al contempo un ambiente favorevole e delle precondizioni adeguate alla piena realizzazione delle potenzialità di sviluppo dell’area. Il clima e l’ambiente rientrano tra gli obiettivi prioritari, al punto che le azioni in questa direzione, previste dal documento (.pdf) rilasciato dal Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, vengono indicate con l’espressione “svolta ecologica”. Nello specifico, il documento individua cinque ambiti di intervento, tutti in linea con la strategia europea sul clima.
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In primo luogo, il Piano per il Sud avanza la proposta di un “reddito energetico” per le famiglie. Andando nel dettaglio, si tratterà della realizzazione di un Fondo Nazionale Reddito Energetico per l’acquisto di impianti fotovoltaici. Il Fondo è suddiviso in due tipologie: i contributi in conto capitale, per la concessione di incentivi diretti all’acquisto degli impianti fotovoltaici; l’individuazione di garanzie per i finanziamenti bancari finalizzati all’acquisto degli impianti. Il Fondo dovrebbe così incentivare la diffusione delle energie rinnovabili e, soprattutto, la produzione distribuita su piccoli impianti di autoconsumo, riducendo sia i consumi, sia ‘l’insicurezza energetica’ delle fasce più povere della popolazione.
Il reddito energetico sarà attuato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che realizzerà un decreto in cui saranno indicate le modalità di coinvolgimento dei gestori energetici e la definizione di un meccanismo di “scambio sul posto”, vale a dire il processo di compensazione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete con quella prelevata e consumata in un momento successivo. Il funzionamento del “reddito energetico”, in sintesi, ricalca la sperimentazione avvenuta l’anno scorso nel comune di Porto Torres, il primo progetto di fondo rotativo fotovoltaico in Italia.
Oltre alla produzione energetica, un’azione del Piano per il Sud è dedicata all’economia circolare. Nello specifico, il processo di riciclo e riuso riguarderò i prodotti per l’igiene della persona. Lo scopo è creare una rete a partire dall’individuazione di città pilota in cui installare dispositivi per la raccolta differenziata accessibili in remoto con alimentazione al 100% sostenibile. In questo caso, le Regioni saranno responsabili per le autorizzazioni relative agli impianti di trattamento dei rifiuti e i Comuni si occuperanno dell’organizzazione e dell’affidamento dei servizi di raccolta differenziata per i prodotti igienici.
Regioni e Comuni saranno anche i principali attuatori del potenziamento del trasporto pubblico sostenibile, al fine di migliorare le condizioni di servizio per i pendolari e ridurre la congestione del traffico. In particolare, si guarderà al trasporto ferroviario con l’acquisto di nuovo materiale rotabile e l’elettrificazione di alcune linee ancora a diesel, e al trasporto metropolitano e suburbano attraverso l’aumento del numero di vagoni e l’ammodernamento del parco esistente. Inoltre, gli enti locali saranno accompagnati, attraverso assistenza tecnica, nella definizione dei PUMS (Piani urbani per la mobilità sostenibile).
Un occhio di riguardo viene riservato anche al settore agroalimentare, cercando di rafforzar la produzione e la trasformazione nelle aree a vocazione agricola del Mezzogiorno. In questo caso, la strategia scelta è piuttosto classica: aumentare gli investimenti e stanziare risorse per l’incentivazione dei contratti di filiera e di distretto. Anche nel caso della gestione forestale, la strategia principale prevede “l’affiancamento finanziario” per prevenire il dissesto idrogeologico attraverso l’opera di manutenzione del patrimonio forestale e stimolare le filiere dedicate al sistema legno-energia. Principali beneficiari saranno i Consorzi forestali.
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