Rinnovabili

OMC 2021, ripensare al futuro insieme

OMC 2021
via depositphotos.com

di Mauro Spagnolo

Presidente Monica Spada, quale ruolo può prefiggersi la OMC – Med Energy conference 2021 nell’ambito della transizione energetica e degli obiettivi di neutralità posti dall’Europa?

Quello del 28-30 settembre a Ravenna sarà il primo, importante appuntamento ‘in presenza’, durante il quale tutti gli attori della transizione energetica potranno confrontarsi e portare a sintesi il dibattito che si sta svolgendo sui temi della transizione energetica.

Il titolo che abbiamo voluto dare all’edizione 2021 è emblematico: ‘Rethinking energy together: alliances for a sustainable energy future’, dove le parole chiave sono sinergie e alleanze  che possono garantire un futuro sostenibile e di crescita del settore. L’obiettivo è integrare le competenze, il know how e i contributi delle filiere, per dibattere e trovare insieme percorsi fattibili e concreti che coinvolgano tutti gli attori, operatori energetici e stakeholder, abbracciando tutte le forme di energia, tutte le leve di decarbonizzazione, le fonti rinnovabili e l’economia circolare. E intendiamo farlo in un bacino che storicamente vede l’Italia al centro del confronto energetico, il Mediterraneo”. Quello che la nuova OMC- Med energy conference può fare è creare un luogo stabile di confronto fra tutti gli attori del mondo energetico a 360 gradi, istituzioni e stakeholder, al fine di creare occasioni di scambio che portino a collaborazioni per garantire il futuro sviluppo del settore. Per questo la conferenza sarà annuale e metterà a fattor comune i punti di vista non solodei rappresentanti del mondo upstream, che si proiettano in chiave low carbon, ma anche del mondo delle rinnovabili, economia circolare, decarbonizzazione e innovazione, con approccio olistico.

 L’emergenza sanitaria influirà sulla corsa alla sostenibilità?

“Senza dubbio, perché la pandemia ha accelerato la consapevolezza che la pressione sulle matrici ambientali porta a disequilibri dannosi. La crescita deve essere in equilibrio con l’ambiente, anzi deve integrare la sostenibilità come leva di crescita, come molti ambiti del settore energetico e manifatturiero hanno già fatto. D’altro canto la transizione deve essere equa ed inclusiva e garantire la crescita anche nei Paesi in via di sviluppo, dove circa 785 milioni di persone, secondo la IEA, non hanno accesso all’energia e 2 ,6 miliardi di persone non hanno accesso a fonti pulite per cucinare. Pertanto la sostenibilità ambientale deve andare di pari passo con la sostenibilità economica delle fonti e con la loro affidabilità; per questo la sfida che abbiamo di fronte, con rinnovata consapevolezza sulla sua urgenza, non è di immediata soluzione e richiede collaborazione, la contaminazione dei sapere per trovare e testare i diversi percorsi che porteranno alle soluzioni più efficaci attraverso modelli di business innovativi.

C’è ovunque una forte accelerazione su questo fronte, basti pensare all’Europarlamento, che il 24 giugno ha dato il via libera alla legge sul clima, alla quale seguirà, in luglio, il primo pacchetto clima, noto come ‘Fit for 55‘, che conterrà non meno di 12 proposte legislative su clima ed energia.

E non solo, il G20 ha ribadito il patto per la transizione a luglio e a novembre avremo la Conferenza 2021 delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la COP26 di Glasgow, le cui ambizioni sono decisive per il raggiungimento dei net zero target entro il 2050 ”.

Nel lungo e difficile percorso della transizione energetica, quale rapporto può avere il gas con le rinnovabili?

Per arrivare a ‘zero emissioni’ sarà necessario un mix di fonti energetiche” low carbon che includerà sicuramente il gas.

Il gas infatti svolgerà un ruolo chiave nella transizione energetica, sarà una fonte ‘ponte’ fin quando le rinnovabili non avranno raggiunto una propria stabilizzazione produttiva e compenserà la loro

emittenza, garantendo al contempo la sicurezza e il bilanciamento dei sistemi elettrici su scala globale. L’elevata efficienza degli impianti ed il ridotto impatto rispetto ad altre fonti rendono il gas oggi una soluzione idonea  per la transizione   verso la decarbonizzazione,  con l’obiettivo di procedere alla sua sostituzione con le fonti rinnovabili, biometano e  idrogeno, specialmente nei settori in cui l’elettrificazione è meno rapida a svilupparsi.

 Sono in molti a considerare l’idrogeno come vettore basilare per il sostegno alla transizione: lei come la pensa?

“L’idrogeno ha ‘numeri’ e caratteristiche per imprimere una forte spinta alla transizione energetica e, quindi, per diventare un elemento essenziale del mix energetico. Infatti, può aiutare la decarbonizzazione di diversi settori, quali i trasporti, la produzione di acciaio, la chimica, dove l’elettrificazione non è un’opzione attualmente percorribile o risolutiva .

Si basa su tecnologie note e disponibili, quali gli steam reforming per la produzione di idrogeno da gas oppure l’elettrolisi, per la produzione da acqua, usando energie rinnovabili. Per accelerare questo percorso sarà necessario ottimizzare i costi, ancora elevati, e potenziare le infrastrutture in un contesto normativo e autorizzativo stabile e chiaro. Sarà uno dei temi che affronteremo a OMC-Med Energy Conference”.

Infine, stiamo vivendo una rapidissima trasformazione sociale, economica ed ambientale. Cambiano indicatori e parametri con una velocità impressionante: quale ruolo ha – in tutto questo – l’innovazione tecnologica? Ci sta aiutando o travolgendo in questo passaggio?

“Julian Birkinshaw, docente alla London Business School, ricorda spesso che l’innovazione si sviluppa maggiormente nei periodi crisi. Lo stato di necessità e urgenza di avere risposte ai problemi connessi alla crisi, innescano un sistema virtuoso che porta all’innovazione. 

In una situazione di difficoltà economica e sociale, l’innovazione si pone al centro del cambiamento. Per rispondere direttamente alla sua domanda, dico che l’innovazione ci sta aiutando e ci aiuterà. E’ per questo che per la prima volta ad OMC abbiamo organizzato eventi pubblici dedicati all’innovazione, l’innovation room, dove abbiamo coinvolto le startup, i giovani ricercatori e studenti, le università e i centri di ricerca del Mediterraneo, per proporci le idee e soluzioni progettuali per la lotta al cambiamento climatico. Insieme ad Accenture, Feem, Innovup, Joule e Spe Italia faremo emergere la progettualità giovani, universitari e nascenti imprese, proprio per dare un contributo a disegnare il mondo futuro e trovare occasioni di collaborazione e sviluppo dal confronto diretto con le aziende e i fondi di investimento presenti alla manifestazione”. 

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