Si è conclusa a Chioggia “keep clean and ride” 2018: l’eco-atleta Roberto Cavallo ha risalito lo stivale per sensibilizzare sul tema dell’abbandono di rifiuti
(Rinnovabili.it) – “L’obiettivo che ci eravamo prefissati fin dall’inizio per questa edizione di Keep Clean and Ride era quello di accendere ancora una volta i riflettori sul fenomeno del littering e dell’abbandono dei rifiuti, incentrando il percorso sugli ecosistemi montano e marino, consapevoli del fatto che il 70% dell’inquinamento dei mari ha origine nell’entroterra”. È così che il divulgatore ambientale Roberto Cavallo spiega la mission di “Keep Clean and Ride” la chilometrica pedalata chiusasi la scorsa settimana a Chioggia. La prova sportiva ha rappresentato l’evento centrale italiano della campagna “Let’s Clean Up Europe!”, la campagna europea che organizza annualmente una serie di venti legati alla sensibilizzazione sul fenomeno dell’abbandono dei rifiuti (littering). Cavallo e Roberto Menicucci, triatleta e personal trainer hanno affrontato un viaggio in bici attraverso sette Regioni: otto tappe per oltre 1000 chilometri (e un dislivello positivo totale di oltre 18 mila metri), fino a concludere la loro avventura sulla spiaggia di Chioggia, davanti a una folla di oltre trecento bambini delle scuole locali e di cittadini impegnati in un’azione di pulizia di gruppo. Madrina d’eccezione dell’ultima tappa Francesca Fenocchio, medaglia d’argento alle Paralimpiadi di Londra 2012 nell’handbike, che ha percorso il tratto da Padova al mare insieme agli eco-atleti.
L’evento è stata l’occasione per incontrare migliaia di studenti e portare la loro attenzione sul problema, insieme a decine di Amministrazioni e Associazioni locali. Ma soprattutto è significato dare una mano diretta all’ambiente. Sono state, infatte, raccolte centinaia di chilogrammi di rifiuti, separando i vari materiali da avviare al riciclo, e riducendo così l’inquinamento degli habitat naturali attraversati. “Di rifiuti ne abbiamo trovati tanti, ma sinceramente pensavo peggio perché di grandi accumuli ne abbiamo incontrati pochi – aggiunge cavallo – Ogni rifiuto a terra è comunque troppo: se continuiamo così nel 2050 ci sarà più plastica che pesci nei nostri oceani, come dimostra una recente indagine di alcuni ricercatori statunitensi, che ha riscontrato tracce di plastica nell’83% di acque analizzate a conferma di come sia ormai entrata nella catena alimentare”.
La corsa è stata promossa da AICA – Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con il patrocinio dello stesso Ministero, del Senato della Repubblica e della FIAB.