“Musica per dialogare con i giovani per diffondere la cultura della sostenibilità” questo è l’obiettivo di Edison Change The Music, progetto che ha visto la partecipazione di 720 band musicali tra cui le nove finaliste che si esibiranno nei prossimi giorni in varie città italiane.
Sostenibilità è un elemento strategico del modello di business di Edison, una “piccola” società (se paragonata a Enel, ma è pur sempre il secondo produttore italiano) che produce energia elettrica sia in modo rinnovabile che tradizionale.
“Noi crediamo sia possibile veicolare la cultura della sostenibilità” ci dice Fabrizia De Vita, responsabile del progetto Edison Change the Music – e la musica è il modo migliore per dialogare con i giovani.”
“Un progetto che è molto cresciuto in questi anni – continua De Vita – e che comprende tre aspetti: il Contest, l’osservatorio permanente e il Green Music Book.” Il Contest è il momento forse più qualificante del progetto, perché è quello che mette in contatto l’azienda con il mondo giovanile. Si tratta di una competizione tra band emergenti, non ancora scritturate.
L’osservatorio permanente è frutto dell’idea di coinvolgere le band in modo sostenibile. Attraverso la costante osservazione degli eventi realizzati si fissa il punto sui progressi ottenuti in maniera di risparmio e ridotto consumo energetico. Infine il Green Music Book, raccontato attraverso le parole della stessa De Vita: “abbiamo chiesto agli utenti della rete di scriverci secondo loro cosa si poteva fare per diminuire l’impatto dei concerti. I consigli sono diventati il nostro Manifesto. Il progetto è cresciuto nel tempo e siamo alla IV edizione ma nel 2008, quando iniziammo, parteciparono al Contest solo 300 band, con appena 1000 contatti sui nostri siti. Quest’anno siamo a 720 band e migliaia di contatti…”
I numeri parlano chiaro: in Lombardia si sono svolti circa 5.070 eventi musicali nel 2010 producendo oltre 300.000 tonnellate di CO2. Un concerto green taglierebbe le emissioni di CO2 del 75%. Alla base del progetto non c’è l’idea di compensare le eccessive emissioni, ma quella di limitarle, che è ben diverso. “Bisogna però lavorare molto”.
Secondo Fabrizia, infatti, l’Italia non è ancora matura ad affrontare un discorso che prevede soprattutto il cambio delle proprie abitudini: “Si apprezza l’idea dei concerti green, a impatto zero ma non si è disposti, per esempio, a spendere di più per partecipare. Al contrario c’è grande attenzione da parte degli organizzatori degli eventi musicali. Per questi promuovere un concerto a impatto zero rappresenta un punto di forza nell’offerta, un valore aggiunto per far capire che tutti noi dobbiamo impegnarci a trovare soluzioni ai grandi cambiamenti che il mondo sta affrontando.
Per aiutare gli organizzatori Edison ha stilato il Manifesto di cui abbiamo accennato; dieci azioni per un evento musicale che abbatte la CO2 e rispetta l’ambiente. Nulla a che vedere con quanto realizzato dai Tetes de Bois negli ormai famosi concerti a pedali, di cui abbiamo parlato in altra occasione. Per Fabrizia quell’esperienza non è riproponibile, perché legata ad un numero limitato di pubblico e di durata del concerto.
Forse, però, il segreto del successo dei Tetes de Bois è proprio quello di pensare la musica in un modo completamente diverso da quanto fatto finora, evitando di riproporre modelli che comportano alti consumi. Un po’ quello che tutti dicono dover fare, ma che poi nessuno realizza veramente …
Ma questa è un’altra storia, che poco ha a che fare con Edison, alle prese con i problemi di sviluppo legati ad un’azienda che è il secondo produttore italiano di energia, che possiede 72 centrali idroelettriche, 30 centrali termoelettriche, 31 campi eolici, 2 campi fotovoltaici e 1 impianto a biomasse per una potenza complessiva di 12,56 GW. Nel 2010 ha prodotto 41,8 TWh coprendo una quota di mercato pari al 14,6% (fonte wikipedia).
Edison assicura che sta incrementando l’energia prodotta da fonti rinnovabili, fornendo dati risalenti a due anni fa (quindi pre-crisi), passando dall’11,1% del 2008 al 14,3% del 2009. “Come azienda energetica, abbiamo una grande responsabilità: dobbiamo gestire e mitigare i nostri impatti ambientali, contribuire alla riduzione degli effetti sul clima, assicurando le forniture energetiche per tutti i nostri clienti. Siamo convinti che la diffusione di una cultura di risparmio energetico e di specifici servizi per i nostri clienti, nonché lo sviluppo di un sistema energetico a ridotto impatto ambientale, possano contribuire a mitigare i problemi del surriscaldamento del Pianeta ed essere un’opportunità di crescita economica del mercato in cui operiamo.”.
Per Edison le rinnovabili potranno aumentare ma non potranno del tutto sostituire le fonti non rinnovabili, di sicuro la musica è una nicchia dove le percentuali possono senz’altro crescere.