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Milano fa il punto sull’Etichetta per il Clima

(Rinnovabili.it) – Si è svolto stamane alla Bocconi di Milano l’incontro promosso da Legambiente per la presentazione dei risultati del progetto “Etichetta per il Clima”, che ha permesso a centinaia di aziende di certificare la natura green dei propri prodotti.

Convenienza ecologica, low carbon cost e valore ambientale i riferimenti per la spesa del consumatore e i temi cardine dell’evento che ha visto anche la presenza del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

Un ruolo fondamentale quello dei consumatori, che hanno il potere di modificare l’andamento del mercato o anche di singoli settori. Da questa consapevolezza è nato quindi il bisogno di organizzare il convegno “L’impronta ambientale dei prodotti” durante il quale è stato sottolineato il perché della necessità di un’apposita etichetta simbolo dell’impegno delle aziende in favore della riduzione dei consumi e dell’utilizzo di materie prime come valore aggiunto.

 

La giornata ha visto alternarsi le esperienze dei molti partecipanti, circa 600, che hanno evidenziato percorsi di sostenibilità, esperienze e che hanno argomentato circa i contenuti della strategia europea sull’uso più efficiente delle risorse e in particolare sulle etichette ambientali come strumento utile ad orientare la scelta del consumatore. L’incontro è infatti stata l’occasione per Michele Galatola, Dg Ambiente della Commissione Europea, di esporre le caratteristiche della nuova Pef  (Product Environmental Footoprint) per la produzione e il consumo sostenibile in Europa. A raccontare l’esperienza del proprio paese anche “Sylvain Chevassus del Mistero per lo Sviluppo sostenibile francese ha riportato l’approccio d’Oltralpe all’etichettatura dei prodotti e Silvana Centty di Carbon Trust UK quello della Carbon Footprint del Regno Unito, Martina Hauser, Coordinatore della Task Force per la valutazione dell’impronta ambientale del Ministero dell’Ambiente, ha inquadrato il percorso italiano” come si legge nella stampa di Legambiente.

 

In Italia invece lo scenario è stato approfondito attraverso l’elenco dei successi dell’Etichetta per il Clima e del progetto del Minambiente per la valutazione dell’impronta dei sistemi produttivi.

“Scopriamo così – dichiara Andrea Poggio, presidente della Fondazione Legambiente Innovazione – che il menu vegetariano proposto dall’Agriturismo Il Campagnino costa all’ambiente 1.060 grammi di CO2, mentre il menu di carne ben 8.350 grammi, otto volte di più. Di fianco al prezzo, potrebbe dunque comparire su qualsiasi prodotto, anche il costo ambientale. E’ quello che ha fatto Legambiente con l’istituto Ambiente Italia per una cinquantina di prodotti di 8 aziende, scoprendo così le emissioni di CO2 di diversi articoli, tra cui lampadine, passate di pomodoro, stampa di carta, meloni, adesivi per parquet, biscotti e imballaggi. Con queste aziende, inoltre, siamo stati pionieri della prima comunicazione ambientale sul prodotto rivolta al consumatore finale”.

 

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