(Rinnovabili.it) – L’organizzazione è capillare, come Milano sa fare benissimo. Il successo di Expo 2015 è passato lasciando dietro di sé una scia positiva: città internazionale, aperta, proiettata al futuro, fucina di progetti che sa tradurre in realtà, trasporti che funzionano, sistema ricettivo e ristoranti di ottimo livello. Ma tutto questo non basta per fare di Milano la candidata ideale per diventare la sede dell’EMA (European Medicines Agency), l’Agenzia Europea del Farmaco in cerca di una sede europea dove trasferirsi dopo Brexit.
Il dossier della candidatura di Milano dimostra dove l’Italia è in grado di arrivare quando si lavora insieme. La concorrenza delle altre città candidate è molto agguerrita, la decisione finale dipende da molti fattori (anche politici, perché dovrà passare per il voto dei partner europei), ma comunque vada un ottimo risultato lo porteremo a casa: quello di aver lavorato concordemente per il bene del paese, e non è certo poco in una fase politico-economica di grande incertezza dove l’individualismo cerca di conquistare il primo posto.
Senza dubbio, per Milano – e per l’Italia intera – l’abbandono di Londra rappresenta un’occasione da non perdere. Vincere questa scommessa significa più che mai proiettare Milano non solo in Europa, ma nel mondo. Il premier Gentiloni è stato chiarissimo: “Tutto il sistema lavori a testa bassa. Ce la giochiamo per vincere. Non saremo decoubertiniani in questa partita, con tutto il rispetto per lo spirito olimpico”. La fortissima competizione si gioca tutta sulle “eccellenze, intese come capacità di attrarre lavoro, investimenti, imprese”. Ogni grande evento porta con sé la perplessità se sia giusto o no prendervi parte, ha sottolineato Gentiloni: ma i fatti dimostrano che quando si lavora con impegno i risultati ci sono e premiano il territorio, le aziende, le persone, le istituzioni.
“L’UE ha chiesto di soddisfare 6 criteri, che vanno dalla capacità di accoglienza di 900 funzionari dell’EMA con le loro famiglie – con necessità di collegamenti, alloggi, scuole – e di circa 500 interlocutori al giorno all’equilibrio geografico nella collocazione delle agenzie europee. Qui in Italia abbiamo anche la capacità di fare un gioco di squadra fra privato e pubblico, e norme adeguate nel mercato del farmaco: l’Italia, infatti, all’inizio degli anni Duemila è stata tra i pionieri in Europa per l’introduzione di norme sulla regolamentazione del mercato del farmaco. L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha delle capacità di lavoro tra le più efficaci, per cui pensiamo di offrire l’ambiente e l’esperienza necessarie per garantire la continuità nel lavoro dell’EMA. Infine abbiamo un edificio, il Pirellone, già pronto”. Così si è espresso Enzo Moavero Milanesi, consigliere di Gentiloni per la promozione di Milano come sede dell’EMA, presentando la candidatura italiana. La sua opinione è confermata dal premier, che ha definito il dossier milanese “molto competitivo” e una grande opportunità per “valorizzare il territorio”.
Quando si parla di gioco di squadra, sia il sindaco Giuseppe Sala che il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni hanno dato la loro piena disponibilità alla realizzazione di questo progetto, fortemente sostenuto anche dal Governo. Se è vero che i giochi si vincono quando si lavora insieme per raggiungere obiettivi condivisi, tutti gli attori sembrano tenacemente intenzionati a fare del loro meglio per portare a casa una vittoria. Per Sala, lavorare alla candidatura di Milano è servito anche a riflettere sul nostro valore: “A volte siamo timidi e non consideriamo abbastanza quello che abbiamo nel nostro Paese. Però, quando rifletti sul fatto che ci sono 2.500 voli settimanali per città europee, alta velocità, un sistema di sharing dei veicoli, 14 scuole internazionali e atenei famosi nel mondo, un sistema sanitario che funziona, 7.000 stanze d’hotel, turismo in crescita, allora ti rendi conto che Milano ha le carte in regola. E che forse le altre città non hanno le carte altrettanto in regola”. Come ha spiegato Maroni, “i rappresentanti dell’EMA sono rimasti colpiti ed entusiasti del Pirellone”: se questa sede fosse una delle condizioni per la vittoria di Milano, il consiglio regionale sarebbe disposto a traslocare.
A Milano convivono antico e moderno, moda, arte, musica, design, ottime scuole, università prestigiose, centri di ricerca, cluster tecnologici, creatività, innovazione: in poche parole, un posto che ai funzionari dell’EMA non farebbe rimpiangere Londra. Nei prossimi anni sono previste grandi trasformazioni: nell’ex-area Expo si trasferiranno le facoltà scientifiche dell’Università Statale di Milano e numerose aziende, senza dimenticare il centro di ricerca Human Technopole che avrà contatti con atenei e imprese. Nell’ex-area Falck di Sesto San Giovanni, invece, sorgerà la Città della Salute, un polo oncologico di ricerca e cura di livello europeo dove convergeranno l’Istituto Neurologico Besta e l’Istituto Nazionale dei Tumori.
Anche Carlo Bonomi, imprenditore alla guida del gruppo biomedicale Synopo e presidente di Assolombarda, sostiene con determinazione l’importanza di questa candidatura e le possibilità di farcela. Secondo Bonomi “Milano risponde a tutti i criteri tecnici richiesti per la candidatura, è davvero molto attrattiva da ogni punto di vista. Portare EMA a Milano è uno sforzo scientifico non solo della Regione Lombardia ma di tutta l’Italia, ed è un’eccellenza che possiamo mettere a disposizione dell’Europa”.