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Milano capitale della sostenibilità

Milano

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(Rinnovabili.it) – Interessati e coinvolti ai temi della sostenibilità, informati sulle iniziative messe a punto dal Comune, soddisfatti nei confronti della propria città. Milano porta a casa il palma res della città  con la percezione più alta e la conoscenza più diffusa, fra i suoi cittadini, sul tema della sostenibilità, rispetto alle altre città d’Italia, confermandosi una città sempre più europea. Milano è promossa a pieni voti da 3 milanesi su 4. In una scala da 1 a 10, infatti, la soddisfazione per la città raccoglie 8,1 di voto medio. L’aggettivo che riscuote più consensi è “attrattiva” (voto medio 8,9), seguito da innovativa, solidale, digitale e sostenibile, tutti sopra la media del 7,5.

 

E’ quanto emerge dalla prima edizione di “Milano Sostenibile – Osservatorio sullo stile di vita dei cittadini”, indagine realizzata da LifeGate in collaborazione con l’istituto di ricerca Eumetra Monterosa e presentata all’Acquario Civico di Milano, alla presenza dell’Assessore alla mobilità e ambiente del Comune di Milano, Marco Granelli, del Vice Presidente di Confcommercio Milano, Lodi, Monza-Brianza, Simonpaolo  Buongiardino e della Presidente di Mito, Anna Gastel.

Perché proprio Milano? “Da tre anni – ha spiegato il  CEO di LifeGate, Enea Roveda, mappiamo l’interesse degli italiani  nei confronti di stili di vita e città sostenibili. Ora, volendo realizzare una fotografia in dettaglio sulla sostenibilità delle singole città italiane, abbiamo deciso di iniziare da Milano, in considerazione del suo ruolo di riferimento in ogni ambito della vita nazionale, dall’economia all’architettura, dall’urbanistica al turismo, che l’ha resa un biglietto da visita  dell’Italia in Europa e nel mondo” . L’indagine ha analizzato 6 macro-temi: Conoscenza  del vocabolario della sostenibilità e percezione della stessa; conoscenza e gradimento delle iniziative comunali; comportamenti sostenibili; acquisti sostenibili; aspettative dei milanesi;  grado di soddisfazione.

 

I milanesi dimostrano di avere una conoscenza concettuale del lessico della sostenibilità – ha sottolineato Renato Mannheimer – ben più diffusa  del dato nazionale:  il 37% dispone di una piena conoscenza, contro il 27% del dato nazionale, mentre si dice meno accuratamente informato il 43% del campione analizzato contro il 35% della media nazionale. Appena il 20%, infine, si professa totalmente impreparato. Nove milanesi su dieci conoscono le energie rinnovabili e concordano nel mettere le energie rinnovabili al primo posto  fra le politiche sostenibili da rafforzare, superando di otto punti il dato nazionale. Nel complesso, i valori di competenza mostrati dai cittadini del capoluogo lombardo sono superiori alla media nazionale in tutti i concetti-chiave: sostenibilità ambientale 92% vs. 78%; sviluppo sostenibile  86% vs. 62%; alimentazione sostenibile 83% vs. 68%;  mobilità sostenibile 76% vs. 65%; casa sostenibile 72% vs. 50% e turismo sostenibile 72% vs. 45%. Significativo l’identikit del 37% di cittadini ben informati, che vede in prima linea le fasce d’età da 18 a 44 anni in possesso dei titoli di studio più elevati, inquadrate professionalmente come funzionari, impiegati, insegnanti e docenti, con la particolarità del possesso di animali da compagnia.

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Aggiornati sulle iniziative in materia di sostenibilità intraprese dal Comune di Milano, i residenti del capoluogo lombardo – il campione rappresentativo  è costituito dalla popolazione residente adulta del capoluogo lombardo – mostrano un grado di conoscenza  che varia fra la piena – 38% –  e la media – 41% -. Tuttavia, quando si parla di mobilità la conoscenza e il gradimento dei cittadini schizzano verso l’alto: otto milanesi su dieci sono informati sulle nuove aree verdi e sul rafforzamento dei mezzi di trasporto pubblico, di pochissimo inferiori sono quanti conoscono l’Area C, le aree pedonali e i servizi di car e bike sharing, ambiti in cui l’amministrazione comunale viene promossa a pieni voti, con un indice di gradimento  superiore al 90%. Lo stesso indice di gradimento viene assegnato per l’illuminazione pubblica a LED, la conversione di aree dismesse e gli investimenti in progetti sociali di inclusione.

 

Quanto all’atteggiamento verso la sostenibilità, il 54% dei milanesi la reputa un tema serio e sentito, contro il 42% scettico di chi la considera una moda e un residuale 4% di chi non prende posizione. I dati rilevati a inizio della primavera scorsa dall’Osservatorio nazionale sugli stili di vita sostenibile hanno assegnato, invece, il 47% sia a chi dà fiducia alla sostenibilità sia a chi la giudica un argomento di conversazione à la page.

 

La forte consapevolezza induce i residenti del capoluogo lombardo a osservare con zelo la raccolta differenziata (89%), che si segnala come l’unica autentica eccellenza fra i comportamenti virtuosi. Poco meno della metà (46%) dei milanesi, infatti, quando è possibile evita di usare l’auto.  Tuttavia, altre pratiche sostenibili quali il consumo di alimenti Bio e a km zero risultano assai meno  condivise,  coinvolgendo in modo continuativo solo un’esigua minoranza (7%). Gli acquisti sostenibili? Disponibili a mettere la sostenibilità nel carrello della spesa, anche a costo di spendere un po’ di più rispetto ai prodotti “comuni” appartenenti alla stessa categoria merceologica, i milanesi privilegiano i beni per la casa e per il consumo quotidiano quali le lampadine a LED (67%), gli elettrodomestici a basso consumo (65%) e gli alimenti non-OGM (51%), a km zero (41%) e da agricoltura biologica (39%). Un po’ a sorpresa, in questo quadro di preferenze che pure premia l’efficienza energetica, la fornitura di energia da fonti rinnovabili raccoglie solo il 22%. Infine, la segmentazione dei milanesi green: due milanesi su tre si sentono coinvolti nella sostenibilità.  Sommando il cluster degli “appassionati” (18%), per cui la sostenibilità è un tema prioritario, agli “interessati” (43%) si raggiunge il 61% della cittadinanza, pari a 835.000 milanesi maggiorenni.

 

Nel cluster degli appassionati prevalgono le donne nella fascia d’età da 55 a 64 anni, laureate. Alti segni distintivi rilevati riguardano l’uso limitato di carne e il possesso di animali da compagnia. Tra gli interessati, per cui la sostenibilità è rilevante ma non un tema dominante, si concentra la popolazione più giovane (18-24 anni).

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