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Legambiente: da Bari l’appello ad “uscire dall’era del fossile”

Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, ha ribadito la necessità di allontanarsi dall'utilizzo di combustibili fossili puntando sull'efficienza energetica e sulla produzione di energia verde

 

(Rinnovabili.it) – Si è svolto stamane a Bari la prima giornata del IX Congresso nazionale organizzato da Legambiente. Incentrato sulle future scelte politiche europee come stimolo per un futuro più sostenibile, al centro delle discussioni accomunate dalla tematica “Capire il futuro per cambiare il presente” si è voluto sottolineare l’importanza della riduzione dei consumi energetici e il rispetto per le risorse, fonti esauribili di benessere per il pianeta.

“Ridurre i consumi a partire dal sistema dei trasporti, implementare efficienza e fonti rinnovabili nelle sue molteplici forme, investire nelle reti, combattere con decisione il rischio di infiltrazioni mafiose nel settore energetico, pianificare il sistema degli incentivi, sapendo che in base alle previsioni dell’European Photovoltaic Industry Association, l’Italia sarà il primo paese europeo a raggiungere la grid parity già nel 2015. Lavorare sugli stili di vita, partecipare al risanamento del paese anche con i progetti per la sostituzione dei tetti in amianto con quelli fotovoltaici. Ma anche chiudere definitivamente con il nucleare, mettendo in sicurezza i siti esistenti, impedire nuove autorizzazioni per le trivellazioni petrolifere nei nostri mari e l’apertura di nuove mega centrali, bloccando la penetrazione del carbone. Perché l’alternativa, come dimostrato dalla vittoriosa campagna referendaria contro il nucleare, c’è”.  secondo le parole del presidente dell’Associazione ambientalista . Queste le tematiche centrali che hanno fatto da stimolo all’incontro barese, durante il quale il presidente dell’Associazione Vittorio Cogliati Dezza, ha ribadito la necessità di “uscire dall’era fossile” sottolineando in questo processo il ruolo centrale delle città, fulcro dello sviluppo energetico futuro delle società.

“Le città rappresentano oggi la quintessenza dello sviluppo sbagliato. Sono le responsabili della maggior quantità di CO2 emessa in atmosfera. Sono il luogo del caos quotidiano, della perdita di identità, dell’inefficienza energetica, della dispersione sociale e della bruttezza insostenibile delle periferie, del consumo di suolo. Ma, proprio per questo devono essere il luogo da cui ripartire. […] D’altra parte l’invecchiamento del cemento, la presenza diffusa di edifici veri e propri colabrodo energetici, il caos nella mobilità e la crisi del trasporto pubblico locale, richiedono una forte alleanza tra ambientalisti, lavoratori, imprenditori insieme agli amministratori locali, per bloccare il nefasto sistema degli oneri di urbanizzazione, come fonte principale di finanziamento degli enti locali, per investire, anche utilizzando le cornici positive che possono venire dal patto dei sindaci e dall’approvazione di buoni regolamenti edilizi, in riqualificazione energetica e idrica, in sistemi di mobilità su ferro e pubblici, in quartieri a zone 30″.

Da qui la consapevolezza della necessità di una rivoluzione energetica che sia pensata per portare benefici economici senza danneggiare il patrimonio ambientale garantendo alle generazioni future le risorse di cui avranno bisogno per progredire e crescere. Per far questo, ribadisce il presidente di Legambiente, sarà necessario pensare in maniera concreta alla sostituzione dei carburanti fossili e delle centrali inquinanti con combustibili alternavi e impianti che per produrre energia sfruttino le FER.