A pochi mesi dall’inserimento degli ecoreati nel codice penale, il Rapporto Ecomafia 2015 sarà centrato sulle strategie della criminalità ambientale
(Rinnovabili.it) – Domani Legambiente presenta il Rapporto Ecomafia 2015, una delle pubblicazioni più famose dell’associazione del cigno verde. I numeri e le storie della criminalità ambientale verranno raccontate in un evento che avrà luogo domattina, alle 10.30, presso la Casa del Jazz di Roma. Focus dell’edizione 2015 saranno le dinamiche che dominano i settori ecocriminali, le strategie utilizzate per violare la legge: in una formula propria dello sport, gli “schemi di gioco”.
Il rapporto, come sempre, raccoglie dati tratti da diverse fonti istituzionali sulla criminalità ambientale, suddividendoli per settore: rifiuti, cemento (abusi edilizi e cementificazione), inquinamento, crimini contro gli animali, delitti legati al ciclo alimentare, incendi, archeomafie. Il report 2014 ha accertato 29.274 infrazioni. Si attendono i numeri del 2015 per scoprire se assistiamo ad un trend in crescita o in discesa. Sarà interessante scoprire se non è cambiata neppure la consuetudine delle cosiddette “Regioni a tradizionale presenza mafiosa”: Sicilia, Calabria, Puglia e Campania spesso si ritrovano ai vertici delle classifiche del Rapporto Ecomafia. Nel 2014 Lazio, Sardegna e Toscana erano le poco onorevoli inseguitrici.
Quest’anno, inoltre, con il tema degli ecoreati ancora particolarmente caldo, sarà l’occasione per soffermarsi sui nuovi strumenti di contrasto all’ecomafia in possesso della giustizia. La legge, fortemente voluta e difesa da Legambiente, è stata approvata il 19 maggio scorso. Gli interventi di Ermete Realacci – presidente della Commissione Ambiente della Camera – e Vittorio Cogliati Dezza, presidente dell’Associazione, rievocheranno l’iter che ha portato all’introduzione dei reati ambientali nel nostro codice penale.