L’Università La Sapienza di Roma ha ospitato un convegno per scoprire gli attori del mondo della Cooperazione per lo sviluppo sostenibile: dalle università alle ONG
(Rinnovabili.it) – Il chiostro di San Pietro in Vincoli, sede della Facoltà di Ingegneria dell’Università Sapienza di Roma, ha ospitato ieri il convegno “Engineering for sustainable and developing communities”. Organizzato dal DIMA, il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale e dal CIRPS, Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile, l’evento è stato occasione per discutere con gli attori della cooperazione internazionale il ruolo delle università in questo settore. Ma anche per evidenziare il loro rapporto con le ONG, organizzazioni non governative che operano nei Paesi in Via di Sviluppo. Ad accogliere i relatori Giorgio Graziani, direttore del DIMA, che ha sottolineato l’importanza delle tecnologie più avanzate a servizio dello sviluppo delle aree più remote del Pianeta. Ad intervenire anche le docenti, Heather Cruickshank della University of Cambridge, e Regina Osteeegard della Hawaii Pacific University, seguite da Serge Noubondieu per ARCS e Associazione Ingegneri Africani.
“Un modo per sottolineare come il ruolo delle Università che si occupano di cooperazione internazionale sia distinto e complementare rispetto a quello delle ONG”, spiega a Rinnovabili.it Andrea Micangeli, coordinatore dell’Unità di ricerca SET, Sustainable Energy Technologies, del CIRPS e docente di Energy Management del DIMA, che ha moderato la conferenza. “Da più di vent’anni ci occupiamo di didattica presso l’Università di Roma, rappresentando due anime: l’innovazione tecnologica e la scienza della sostenibilità. Insieme ai nostri ricercatori e agli studenti abbiamo indirizzato il percorso della nostra organizzazione principalmente verso l’approfondimento di competenze riguardo applicazioni di energie rinnovabili nell’ambito di progetti nei Paesi in Via di Sviluppo, dove abbiamo organizzato circa 80 missioni negli ultimi 20 anni”.
Come possono essere utili queste competenze al mondo delle ONG? “Possiamo fornire strumenti alle ONG per supportare la progettazione tramite proposte tecnologiche alternative e strumenti per valutare i risultati dei vari progetti, come Ricercatori nel campo della sostenibilità sviluppiamo e applichiamo strumenti per valutazioni da applicare alla realizzazione dei progetti sia ex ante che ex post”.
Qualche esempio? “Per quanto riguarda l’aspetto tecnico stiamo coadiuvando due ONG che lavorano sul campo, dimensionando una turbina micro-idroelettrica per l’elettrificazione di una comunità immersa nella giungla dell’Honduras e tramite la progettazione della rete idrica e del sistema di potabilizzazione di un villaggio remoto del Camerun. Sul fronte delle indicazioni alle ONG, la nostra rete accademica lavora su due metodologie specifiche: Extended Exergy Analysis e Payment for Ecosystem Services, le quali includono valutazioni di performance e indicatori ambientali, sociali ed istituzionali da aggiungere ai metodi classici di valutazione da applicare per sapere se un progetto sia veramente andato a buon fine”.
Come dialogate con le ONG? “Il maggior punto di contatto sono i tirocini formativi dei nostri studenti nell’ambito dei quali le ONG insegnano ai ragazzi come operare sul campo, mentre noi accademici ci occupiamo della loro crescita formativa. Questo è stato il principale tema dei workshop che si sono svolti nelle due giornate del 9-10 giugno – Collaborazione ONG-Università nell’educazione formale; Tirocini formativi in Paesi in Via di Sviluppo; Energy Water and Sanitation; Sustainability and Engineering projects.Tali gruppi di lavoro sono stati arricchiti dalle esperienze delle principali ONG con le quali stiamo attualmente collaborando RE.Te.ed ARCI ARCS”.
Quali studenti partecipano ai vostri progetti? “Principalmente i ragazzi dei corsi di laurea di Ingegneria Meccanica ed Energetica ma è molto frequente che partecipino alle nostre attività anche ragazzi degli altri corsi di laurea. In questi anni collaboriamo anche con gli studenti e i colleghi delle Università presenti al convegno, in particolare Cambridge e Hawaii, oltre a varie Università dell’Africa e del Centro America che sono fondamentali ed insostituibili in tutti questi lavori”.