Si è svolta stamane a Roma nella Sala della Protomoteca, in Campidoglio, la conferenza “La terza rivoluzione industriale. Le comunità dell’energia nella biosfera di Roma” durante la quale ha avuto luogo la Lectio Magistralis dell’economista statunitense Jeremy Rifkin. Evento di presentazione del nuovo lavoro editoriale dell’economista, l’incontro è stato inoltre l’occasione per raccontare e ricordare quanto di innovativo ci sia nei progetti che stanno gettando le basi del futuro energetico della città di Roma. Alla tavola rotonda conclusiva ha infatti partecipato, al fine di tracciare una panoramica ancor più completa e concreta, anche il primo cittadino Gianni Alemanno che, alternandosi a Guglielmo Epifani, ha delineato i contorni e gli obiettivi del Masterplan formulato proprio con l’aiuto di Rifkin e del suo team con l’obiettivo di dare alla città nuove opportunità di sviluppo, che si stanno concentrando sulla diffusione della mobilità sostenibile e sull’integrazione delle fonti rinnovabili nel sistema energetico capitolino. “In ambiti di energia sostenibile e di ambiente c’è bisogno di un grande consenso da parte di tutte le forze sociali. Mettere dietro le spalle le polemiche e lavorare insieme affinchè Roma possa realmente fare un grande salto di livello. C’è molta attenzione, dal mondo intero, nei suoi confronti” ha affermato Alemanno a margine dell’incontro.
Lectio Magistralis, quella tenuta dall’economista, durante la quale è stato fondamentale l’escursus storico incentrato sul cammino che il Pianeta sta compiendo verso la Terza Rivoluzione Industriale, principalmente caratterizzata dallo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili, dall’utilizzo razionale delle risorse e dall’ideologia fondata sulla condivisione di know how, tecnologie ed energia attraverso le smart grid, con la possibilità di limitare fino ad evitare gli sprechi energetici e gestire razionalmente i consumi.
DA DOVE INIZIARE Per una rivoluzione verde si deve partire dalle città, perché è nelle aree urbane che si concentra la maggior parte della popolazione mondiale e si produce il più alto tasso di inquinanti, soprattutto nei settori dedicati all’edilizia e alla mobilità. E’ per questo, ha affermato durante l’introduzione il Professor Livio De Santoli, che il sindaco di Roma e l’Assessorato per l’Ambiente stanno lavorando a soluzioni che riducendo l’inquinamento e il pericolo di un ulteriore innalzamento della temperatura globale integrino nel tessuto urbano progetti di mobilità alternativa, nuovi impianti per la produzione di energia da fonte alternativa e smart grid che mettano in collegamento ogni angolo del tessuto urbano.
Ma tutti i cambiamenti, ogni signolo evento, ha esordito Rifkin introducendo la Lectio è attualmente ancora troppo legato all’industria petrolchimica, industria che anche nel passato ha fatto il bello e cattivo tempo dell’economia mondiale generando crisi mondiali dei mercati finanziari come quella che stiamo vivendo, problemi di sopravvivenza per intere aree del pianeta e aumenti dei prezzi vertiginosi che hanno condotto le economie sul lastrico. Ricordando infatti il vertiginoso aumento dei prezzi del greggio a barile registrato nel 2008 (147 dollari), Rifkin ha colto l’occasione per chiarire come dal petrolio dipendano i flussi economici di ogni paese, che sia un’economia in via di sviluppo o uno stato avanzato. Un’importanza, quella data al petrolio come principe dei combustibili, che sta portando il Pianeta alla rovina.
Il CAMBIAMENTO CLIMATICO L’innalzamento della temperatura globale è infatti la diretta conseguenza dell’aumento della percentuale dei gas serra nell’atmosfera. Gas serra che trattengono i raggi solari riflessi dalla superficie terrestre aumentando il calore percepito sulla superficie terrestre. Una temperatura maggiore, si è parlato di un aumento nell’ordine dei 3 °C, riporterebbe il Pianeta alle condizioni climatiche del Pleistocene, influendo negativamente sul complesso ciclo dell’acqua che regola la vita sulla Terra. Con l’aumento della temperatura il terreno andrebbe infatti ad assorbire il 7% in più dell’acqua piovana dando luogo, a seguito dell’evaporazione, ad eventi climatici di distruttiva intensità, avvicindandoci pericolosamente a quella che viene definita la 6° estinzione di massa, durante la quale potremmo perdere il 70% della biodiversità entro la fine del secolo. E’ proprio per scongiurare questa terribile minaccia che le parole dell’economista si sono concentrate sulla necessità di un’azione concreta che porti vantaggi nell’immediato; ed un metodo per ottenere subito qualcosa di buono dalle economie mondiali lo si potrebbe ottenere proprio investendo nelle green tech e nelle energie rinnovabili come alternativa ai combustibili fossili.
I 5 PILASTRI La vera rivoluzione? Consisterà nel portare le nuove energie sul piano della condivisione ed iniziare a parlare di energie condivise, ovvero accessibili a tutti, piuttosto che di energie d’elite, ad appannaggio di pochi proprio come petrolio e carbone. Le energie condivise, concetto di recente formulazione, si fondano principalmente sullo sfruttamento delle FER proprio perché, presenti dappertutto, possono rappresentare il primo di cinque pilastri che Rifkin definisce essenziali per la nascita della Terza Rivoluzione Industriale.
Agendo sull’edilizia si potrà così dare vita al 2° pilastro della nuova era. Trasformando ogni edificio in una piccola centrale energetica sarà infatti possibile aumentare la produzione di elettricità e calore e diminuire gli sprechi aumentando i posti di lavoro e dando impiego alla manopera locale in tutte le fasi della ristrutturazione e, nel tempo, nella manutenzione degli impianti. Terzo pilastro della rivoluzione energetica l’immagazzinamento dell’energia prodotta in eccesso dotando le città di sistemi di accumulo e di stoccaggio che prevedano l’integrazione dell’idrogeno. Non ci può però essere produzione diffusa di energia senza una rete intelligente che metta in condivisione la generazione di elettricità. Le smart grid, quarto pilastro della rivoluzione, saranno quindi di supporto al quinto e ultimo caposaldo del green future: una rete di ricarica per veicoli elettrici che, oltre a fornire energia, sia anche in grado di accettarne dall’esterno.
Su questi capisaldi, ha ricordato Rifkin, si basa il piano energetico di Roma che, come quello tedesco, ha uno sguardo attento al futuro come occasione di sviluppo e di rivalsa. Ma per ottenere tutti questi vantaggi è necessario, afferma l’economista, cambiare modo di pensare e dare spazio ad una “coscienza della biosfera”, ovvero un nuovo modo di pensare che tenga conto dell’impronta ecologica di ogni singola azione seguendo l’essenza di quello che tra gli esperti è noto come “Butterfly Effect”, fenomeno secondo il quale un battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dalla parte opposta del Pianeta.
Per capire se veramente vogliamo cambiare il corso della storia per Rifkin appare ormai essenziale porsi una domanda fondamentale: “Dove vorremmo essere tra 20 anni?” Domanda alla quale si dovrà rispondere, se si vogliono veramente cambiare le sorti del Pianeta “All’alba di una nuova era, all’alba della Terza Rivoluzione Industriale”.