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Kyoto o non Kyoto. Australia e Nuova Zelanda si pronunciano

In attesa dell'apertura della Conferenza di Doha l'Australia si dichiara a favore di un Kyoto bis mentre la Nuova Zelanda punta alla firma di un accordo non vincolante

(Rinnovabili.it) – L’Australia dice sì alla firma di un Kyoto bis mentre la Nuova Zelanda punta a un accordo non vincolante. Questo quanto comunicato dai due paesi quando mancano ormai poco più di due settimane al vertice Onu di Doha.

“Affrontare il cambiamento climatico è fondamentale per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile,” ha dichiarato il portavoce di Ban Ki Moon a margine della dichiarazione del paese aggiungendo “Occorre un intervento urgente”.

Le parole del Segretario Onu per l’Australia sono invece state indirizzate al primo ministro, Julia Gillard, e hanno invitato i governi ancora indecisi a ragionare, per arrivare a Doha con un programma ben definito da esporre durante la Conferenza sui Cambiamenti Climatici che si terrà in Qatar a fine mese.

 

Ma dopo il sì dell’Australia è arrivata anche la dichiarazione della Nuova Zelanda, impegnata nella riduzione dell’impatto ambientale ma decisa a non firmare un Kyoto bis, sperando invece di siglare un accordo non vincolante. In questo modo la nazione si va ad allineare con un gruppo di paesi che si rifiutano di iscriversi a un secondo periodo di impegno di Kyoto, tra cui Stati Uniti, Giappone, Canada e Russia.

Il ministro neozelandese del cambiamento climatico, Tim Groser, ha dichiarato che il paese è ” totalmente impegnato” a rispettare gli obiettivi contenuti nel protocollo di Kyoto.

“Siamo sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo, anzi prevediamo un avanzo di 23,1 milioni di tonnellate (di CO2)”, ha specificato Groser.

“Inoltre, rimarremo membri a pieno titolo del Protocollo di Kyoto. Non si tratta di ritrattare. La questione è sempre diversa: prenderemo il nostro prossimo impegno seguendo il protocollo di Kyoto o sotto la convenzione in cui rientrano la maggior parte delle economie? Abbiamo deciso che alla Nuova Zelanda interessa per la seconda opzione“, ha concluso Groser.