di Isabella Ceccarini
L’Aga Khan University (AKU) con sede in Kenia vuole diventare carbon neutral entro il 2030.
La lotta al cambiamento climatico è diventata un impegno prioritario, al punto che l’ateneo keniota intende diventare la prima istituzione di istruzione superiore dell’Africa Orientale ad azzerare le emissioni entro il 2030.
L’ambizioso piano ambientale dell’Aga Khan University
Gli effetti del cambiamento climatico sono diventati disastrosi anche in Africa: sta nascendo la consapevolezza che si tratta di un’emergenza contro la quale è necessaria un’azione collettiva da intraprendere subito e con decisione.
Da un paio d’anni il tema è entrato nell’agenda dell’Aga Khan University: il clima oggi regola le decisioni dell’ateneo keniota, che vuole essere l’apripista per altre università africane.
L’ambizioso piano ambientale dell’Aga Khan University prevede di: raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030 e, successivamente, continuare in questo percorso virtuoso; rendere più ecologica la catena di approvvigionamento rivedendo i processi e supportando i fornitori nei loro percorsi di sostenibilità; costruire la resilienza climatica della comunità attraverso la valutazione dei rischi climatici e la ricerca sui legami tra cambiamenti climatici e salute; influenzare un cambiamento più ampio, condividendo i processi di innovazione e collaborando con i governi e le altre istituzioni.
Un paio di anni fa l’ateneo ha cominciato a misurare la propria impronta di carbonio per capire dove intervenire, ad esempio nel consumo di energia.
Impegno concreto, a dispetto delle difficoltà
Il piano ambientale non è rimasto sulla carta, è già concretamente iniziato.
Nonostante le difficoltà – dovute alla mancanza di strumenti adeguati – l’impegno ha vinto su tutto: ad esempio, si è cominciato con il controllare i consumi dei condizionatori d’aria e dei frigoriferi.
Cambiare gli apparecchi, che può sembrare una cosa scontata, in certe condizioni non lo è affatto, pianificare i consumi ha richiesto uno sforzo importante.
L’Aga Khan University ha scelto di adottare una pianificazione finanziaria di lungo periodo tagliando i costi, investendo sull’innovazione tecnologica e rivedendo le politiche di approvvigionamento per dare la preferenza ai fornitori sostenibili.
Il prossimo passo è quello di montare i pannelli solari sia sugli edifici del campus che su quelli residenziali, operazione per la quale l’ateneo vorrebbe ottenere un sostegno statale.
La riduzione delle emissioni è un beneficio per la comunità
Il ragionamento in fondo non fa una piega: riducendo le fonti inquinanti di energia si riducono i costi e le emissioni di CO2, con un beneficio per tutta la comunità.
L’ateneo, inoltre, è impegnato nella riduzione dei rifiuti e nell’eliminazione della plastica: presto nel campus non si useranno più bottigliette monouso.
Tutte le strategie dell’AKU sono direttamente riferite ad alcuni degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030: 3 (Salute e benessere), 7 (Energia pulita e accessibile), 11 (Città e comunità sostenibili), 12 (Consumo e produzione responsabili), 13 (Lotta contro il cambiamento climatico) e 17 (Partnership per gli obiettivi).
La spinta dell’Aga Khan Development Network
L’Aga Khan University fa parte dell’Aga Khan Development Network, un gruppo di istituzioni private, internazionali e non confessionali che lavorano per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni di alcune regioni dei Paesi in via di sviluppo.
La rete si occupa di sanità, istruzione, architettura, sviluppo rurale, promozione di imprese private in collaborazione con istituzioni pubbliche e private con l’obiettivo di rispondere alle sfide del cambiamento sociale, economico e culturale.
Uno dei punti chiave dell’AKDN è mettere le persone al centro del cambiamento.
L’Aga Khan Development Network ha approvato una dichiarazione con cui si impegna per la protezione dell’ambiente e per raggiungere le emissioni zero entro il 2030.
Ovviamente sostiene l’Aga Khan University nella sua transizione green e le attribuisce un ruolo di leader della decarbonizzazione.
Per l’AKDN, lavorare per il futuro del Pianeta richiede il contributo di tutti: ma dobbiamo accelerare il passo se vogliamo evitare che i Paesi in via di sviluppo subiscano le conseguenze peggiori.