Cosmopolites ha organizzato un incontro con il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani a cui hanno partecipato 300 scuole superiori secondarie di tutta Italia. Più di 20mila studentesse e studenti hanno posto al ministro domande sui temi legati all’ambiente e alla sostenibilità
di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – Cosmopolites è un progetto didattico gratuito per studenti e docenti delle scuole secondarie che propone percorsi formativi di educazione civica per aiutare i ragazzi a comprendere la complessità del mondo che abitano e il modo in cui possono diventare protagonisti dei cambiamenti in atto.
Questo incontro di formazione è stato realizzato grazie al contributo degli scienziati dell’Eurac Research di Bolzano, dell’Istituto “Giulio Natta” del CNR e della Lombardy Green Chemistry Association.
Il modello dell’Agenda 2030
Il modello a cui si ispira Cosmopolites sono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: coinvolgendo scienziati, imprenditori ed esperti intende stimolare riflessioni e idee per disegnare il futuro. L’apprendimento integrale proposto da Cosmopolites è suddiviso in tre momenti: Inspiration (lezioni con docenti e ricercatori per dare la visione del futuro), Aspiration (incontro con professionisti che portano esempi di best pratice), Action (hackathon e Summer Bootcamp in cui si impara ad agire per il cambiamento).
Dietro al progetto di Cosmopolites ci sono l’Assosciazione Apis-Amore per il Sapere (un gruppo di docenti e professionisti che promuove progetti di formazione per i giovani insieme a numerosi partner) e il Future Food Institute (un ecosistema che sviluppa programmi congiunti con agenzie delle Nazioni Unite, governi, ong e think tank con l’obiettivo di affrontare le sfide del futuro e facilitare la transizione ecologica attraverso la food innovation).
I giovani, protagonisti della transizione
Come diventare protagonisti della transizione? Gabriele Laffranchi, direttore di Cosmopolites, e Sara Roversi, presidente di Future Food Institute, hanno organizzato un dialogo tra le scuole superiori e il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. Un incontro virtuale con più di 20mila studentesse e studenti di 300 scuole superiori di tutta Italia che hanno potuto dialogare con il ministro sui temi legati all’ambiente e alla sostenibilità.
Lodevole iniziativa, questa di Cosmopolites e Future Food Insitute. I problemi ci sono, vanno studiati, compresi, analizzati sulla base di dati scientifici, di studi accurati, ragionando su obiettivi di lungo periodo: ogni azione ha una conseguenza, ha puntualizzato Cingolani. È con i giovani che si deve parlare, perché il mondo di domani è già oggi nelle loro mani e devono comprendere il giusto approccio ai problemi.
Transizione ecologica, ma anche culturale e digitale
Il momento, ha sottolineato Sara Roversi, è significativo: «Nel 2021 l’Italia ha avuto un ruolo di primo piano nello scenario internazionale. Ha ospitato il G20 in cui si è discusso di transizione ecologica, alimentare ed energetica; ha attivato il dialogo con i giovani di Youth4Climate che ha messo in collegamento i ragazzi di tutto il mondo su varie iniziative oggetto di dibattito internazionale.
La transizione ecologica richiede anche una transizione culturale e digitale. Dobbiamo partire dalla scienza coinvolgendo esperti da vari contesti – istituzioni, accademici, scienziati – perché quando parliamo dobbiamo avere basi solide. Il 2030 è domani, serve sforzo collettivo importante per raggiungere questi obiettivi».
L’allarme inascoltato della comunità scientifica
Attuare la transizione è urgente. Cingolani ha esordito con un discorso di scenario che aiuta a capire le ragioni di tale urgenza. «L’atmosfera ha cambiato la composizione chimica, l’anidride carbonica rimane intrappolata e l’atmosfera si scalda. Negli ultimi tempi è cambiata la temperatura dei mari e della Terra, e questo provoca eventi estremi sempre più violenti e ravvicinati che oscillano tra inondazioni e siccità».
La comunità scientifica da tempo lancia inascoltati segnali di allarme. Sappiamo che l’impatto su agricoltura e produzione di cibo è molto grave. Lo scioglimento dei ghiacciai comporta la perdita di una riserva di acqua dolce, lo sconvolgimento della biodiversità e l’innalzamento dei mari. L’Italia rischia molto, essendo un Paese prevalentemente costiero.
Come ha spiegato Cingolani, «Sapiens esiste da 130mila anni ed è stato in equilibrio con la natura fino all’avvento della rivoluzione industriale. In due secoli la popolazione mondiale è passata da 1miliardo e 300 milioni a 8 miliardi, e anche la CO2 è aumentata a dismisura».
Transizione è studiare come cambiare minimizzando i danni
I cambiamenti climatici sono sempre più forti, da qui il senso di urgenza. «Decarbonizzare è cambiare meccanismo. Se spegnessimo tutto domani si invertirebbe il trend, ma avremmo miliardi di persone senza lavoro. Se invece perdiamo troppo tempo ci sarà una catastrofe climatica. Transizione, quindi è una variazione nel tempo, è studiare come fare minimizzando i danni». Cingolani precisa ai ragazzi di Cosmopolites che in questa fase iniziale in cui si progetta un piano per la transizione va bene che ci sia un tecnico come lui al MITE, ma poi la mano dovrà passare alla politica e all’esame delle conseguenze socio-politiche di certe scelte.
I ragazzi cosa possono fare concretamente, come possono essere attori del cambiamento? Forse qualcuno si aspetta risposte complesse su azioni irrealizzabili, invece Cingolani è, come sempre, pragmatico e chiarissimo: «Dovete solo rispettare le regole, usare i mezzi di trasporto con intelligenza, non sprecare cibo e acqua, seguire procedure su raccolta differenziata, imparare il riutilizzo. Allungare il tempo di vita di un dispositivo e riciclarlo è una piccola cosa che moltiplicata per 60 milioni di italiani ha un impatto potenzialmente enorme».
Usare responsabilmente le tecnologie
Anche il digitale ha un impatto ambientale (ma forse non ce ne rendiamo conto), produce il 4% della CO2 del Pianeta (per dare un’idea il traffico aereo ne consuma il 2%). Cingolani spiega in modo semplice che anche il digitale «come tutte le tecnologie va usato responsabilmente. I social non sono gratis, anche voi ne pagate il costo ambientale. Mandare un video inutile da 1 megabyte è come tenere accesa una lampadina per 33 minuti, quindi vi si chiede di agire con sobrietà».
È possibile ridurre l’inquinamento in un Pianeta sovrappopolato? Usare l’elettrico al posto del fossile è una soluzione? «La sovrappopolazione è sicuramente una ulteriore difficoltà. I Paesi fragili producono poca CO2 (appena il 3%) ma qui gli eventi climatici sono più gravi. Bisogna abbattere le disuguaglianze globali, non è pensabile che 4,2 miliardi di benestanti lascino ai margini 3 miliardi di poveri. L’aiuto ai Paesi più vulnerabili è stato uno dei tanti temi affrontati nella COP 26».
Investire nelle infrastrutture
“Esiste una soluzione?”, chiedono i ragazzi di Cosmopolites. «L’unica ricetta è investire nelle infrastrutture: rete elettrica, digitale, scuole, strade, ospedali, acqua. I Paesi ricchi avevano preso a Parigi l’impegno di destinare 100 miliardi l’anno di aiuti ai Paesi vulnerabili, ma così non è stato», rimarca il ministro, sollecitando una maggiore collaborazione pubblico-privato.
Gli investimenti nei prossimi venti anni devono essere molto più ingenti, o non ce la faremo. «Immigrazione e fuga da guerra e povertà si limitano solo con una transizione sociale ed economica. Le persone vanno soccorse, ma è evidente che non potremo sopportare l’arrivo di due miliardi di persone. Quindi la vera soluzione è fare investimenti per rendere la vita più sostenibile in quei Paesi, e la politica ha purtroppo le sue responsabilità».
La tassonomia energetica
Nell’incontro di Cosmopolites con il ministro Cingolani non poteva mancare una domanda sulla transizione energetica. In base alla tassonomia energetica europea (una sorta di tabella che indica quali tecnologie non producono CO2), ogni Paese sceglierà il suo energy mix. L’Italia, ad esempio, punta molto sulle rinnovabili, e intende arrivare al 70% di energia da rinnovabili.
Cingolani precisa giustamente che «prima di parlare di mobilità elettrica o di idrogeno dobbiamo essere certi che l’energia per far funzionare gli apparecchi arrivi da fonti rinnovabili: se sono ancora in ballo carbone, petrolio o gas, non ha senso».
Tra le fonti energetiche, Cingolani menziona il nucleare per reattori di ultima generazione, che sono ancora allo studio. Nella tassonomia energetica non può mancare, ma la ricerca ci dirà se effettivamente questi reattori siano più sicuri.
Studiare e inventare cose nuove
L’ultima domanda riguarda la formazione di una coscienza critica. La risposta di Cingolani è immediata: «Dovete studiare e cercare da capire, la soluzione ai problemi verrà solo dallo studio, dovete studiare e inventare cose nuove, serve un menù vario che potete costruire analizzando i dati, al di là delle posizioni ideologiche, serve una visione.
Servono decine di migliaia di innovatori e ricercatori nei settori STEM. Le cose da imparare sono sempre di più, servirebbe il doppio delle ore di scuola. Poiché questo non è possibile, con flessibilità limiamo qualcosa nei programmi di istruzione e studiamo più STEM, il lavoro del futuro verrà da lì.
Qualunque cosa studiate, studiatela bene. Non c’è una scorciatoia alla fatica, ma se negli anni avrete faticato il riconoscimento arriverà».
Metodologia didattica innovativa
Entusiasti gli organizzatori, a cominciare da Sara Roversi che ringrazia il ministro Cingolani per i tanti spunti emersi. «Come Future Food Institute siamo orgogliosi di averlo al nostro fianco nel progetto Cosmopolites, progetto di punta in Italia, dimostrando ancora una volta la propria sensibilità e valorizzando ulteriormente la strada tracciata dalla Youth4Climate, sulla quale saremo certamente impegnati a supporto del lavoro del Governo e in continuità con quanto già fatto durante la pre-COP26.
Come ha ribadito più volte il ministro, per comprendere e analizzare la complessità dell’oggi servono curiosità, competenze e tanto studio. Un obiettivo che abbiamo bene in mente: il Future Food Institute sostiene da sempre la formazione dei giovani (e non solo) sui temi della sostenibilità, con una metodologia didattica innovativa, che di recente è stata premiata a Washington su oltre 30mila programmi.
Aiutare i giovani a comprendere la complessità
Siamo convinti che sia fondamentale lavorare con le future generazioni e dare loro gli strumenti per comprendere la complessità di un tema centrale come la transizione ecologica, partendo dalla scienza e coinvolgendo esperti e istituzioni e soprattutto mettendoli in condizioni di trasformare l’ispirazione in azione. Il 2030 è domani e richiede uno sforzo collettivo importante e una visione plurale del futuro e dei modelli di ecologia integrale che esso necessita».
«Il ministro Cingolani ha consegnato una lezione preziosa a migliaia di giovani di tutta Italia: ci ha insegnato l’importanza dell’impegno personale, le conseguenze che le nostre azioni hanno sul nostro ambiente, ha ribadito la necessità di un impegno nello studio e nel lavoro. Con Cosmopolites siamo impegnati quotidianamente a offrire opportunità di formazione tecnica, professionale e umana per i tanti colleghi e giovani che ci seguono», ha dichiarato Gabriele Laffranchi.