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Il gioco delle risorse ineguali

Iniquità, ingiustizia, ineguaglianza: disvalori da insegnare come tali oppure problemi concreti, legati alla finitudine delle risorse e alle contingenze, di cui fare anzitutto esperienza personale per imparare a riconoscerli e affrontarli nella storia collettiva?

risorse ineguali

di Daniela Martinelli e Francesco Pigozzo

Abbiamo voluto inaugurare questa rubrica con la proposta di una vera e propria istituzione di classe che garantisce uno spazio e un tempo ben precisi e regolari in cui accogliere e gestire assieme questioni che il gruppo deve autodeterminare. Si tratta di istituzionalizzare, nel tempo scuola, un messaggio di apertura e di collaborazione di fronte a ciò che nasce in modo anche imprevisto, dal concreto svolgersi della vita assieme intesa non solo entro i confini dell’aula, perché ogni gruppo classe (studenti e docenti) è parte di collettività più grandi ed è un crogiolo di molteplici nessi personali con il resto della società. Ma questo non significa per i docenti votarsi alla totale improvvisazione. Le proposte su cui Riflettere e deliberare assieme possono provenire anche dai docenti stessi, dalla attività didattica corrente oppure nascere da esperimenti, laboratori e altre iniziative che i docenti hanno progettato e che indirettamente aiutano il gruppo a mettere a fuoco questioni autentiche su cui poi soffermarsi. In questo articolo proponiamo un tipo di laboratorio che stimola in particolare a riflettere sul problema della distribuzione di risorse scarse tra esseri umani.

LA SITUAZIONE CONCRETA

Si tratta di un laboratorio che può essere facilmente declinato lungo l’intera verticalità del primo e del secondo ciclo scolastico: quello che cambia è il grado di astrazione con cui si può realizzare e discutere l’esperienza. Vediamone anzitutto qualche esempio concreto. L’insegnante prepara quattro scatole di colore differente. Dentro ciascuna scatola inserisce una consegna scritta e una dotazione di materiale necessario a realizzarla. La classe si divide in quattro gruppi e, tirando a sorte, una delle scatole è assegnata a ciascun gruppo. Solo l’insegnante sa, all’inizio, che le scatole contengono la medesima consegna ma una quantità e qualità di materiali molto differenti. Il prodotto migliore verrà premiato. Poniamo che, in una secondaria di secondo grado, il compito sia tradurre un identico testo dall’inglese all’italiano ma a un gruppo viene assegnato un vocabolario monolingue, a un altro un dizionario inglese-italiano, a un altro ancora un tablet connesso a internet e a un ultimo niente. Oppure, in una secondaria di primo grado, i gruppi devono realizzare in palestra quanti più canestri possibile in un dato tempo uguale per tutti, ma i membri del primo gruppo hanno in dotazione una palla a testa, il secondo una ogni due, il terzo una ogni tre e il quarto una e basta. O ancora, in una scuola primaria, poniamo che la consegna sia progettare e realizzare una costruzione con mattoncini colorati, ma al primo gruppo ne sono forniti pochi e tutti dello stesso colore, agli altri gruppi ne sono forniti in numero crescente e con maggiore varietà di forme e colori. Può essere utile che i gruppi siano anche collocati in punti distinti dell’aula o della palestra o di un cortile dove si svolge l’esperienza. Il docente lascia del tutto non chiarito se i gruppi possono comunicare e fare scambi tra loro.

COSTRUIRE IL CONTESTO

La logica del laboratorio è chiara: si tratta sempre di assegnare la medesima consegna a tutti i gruppi in cui è divisa la classe, ma di distribuire in modo iniquo tra loro le risorse che sono necessarie a realizzarla. Ci sarà quindi sempre un gruppo che ne riceve molte più degli altri e, nello stesso tempo, tutte le risorse disponibili sono state distribuite, per cui sarebbe impossibile garantire a tutti i gruppi la quantità posseduta da quello che ne ha di più. La consegna andrà progettata in base ai tipi di risorse con cui si intende far lavorare la classe, ciò che consente naturalmente di far funzionare al contempo il laboratorio anche in sinergia con altri obiettivi di apprendimento del curricolo. Le risorse possono infatti essere materiali o immateriali e legarsi a consegne pertinenti per qualsiasi disciplina: materiale di cancelleria, ingredienti per cucinare, attrezzi per l’attività motoria e sportiva, strumenti per la sperimentazione e l’osservazione scientifica, per l’approfondimento e studio di determinate tematiche in qualsivoglia materia (libri, giornali, documenti, enciclopedie, dispositivi connessi), per la realizzazione di prodotti e manufatti di qualsivoglia tipo… ma anche le risorse astratte di un qualsiasi linguaggio, come quello artistico figurativo (colori, linee…) o musicale (note, timbri, armonie, dinamiche…), informatico, verbale (lettere, suoni, categorie grammaticali…). L’importante è che si costruisca un contesto pratico e reale in cui, a seconda del gruppo in cui si trovano, alcuni studenti e studentesse fanno esperienza di una situazione di privilegio, vantaggio, divertimento o fruttuosità nell’impiego delle risorse assegnate mentre altri di privazione, svantaggio, noia o senso di impotenza. Più le risorse e la consegna in questione riescono a rendere autentico il sentimento dell’ineguaglianza, più l’attività riuscirà naturalmente a creare un terreno di interesse reale per le riflessioni che devono seguirla.

RIFLETTERE SULL’ESPERIENZA

È essenziale tenere presente che il laboratorio non è un gioco a tesi, in cui il docente cerca alla fine di guidare la classe a qualche verità o messaggio da scoprire. Certo, con ragazzi e ragazze più grandi è possibile inquadrare il laboratorio in una cornice di simulazione dichiarata di cui la classe è consapevole. Oppure può succedere che durante il laboratorio stesso qualcuno, accorgendosi dell’iniquità tra i gruppi, denunci le regole di funzionamento, la loro ingiustizia etc. Ma questo fa parte proprio del tipo di esperienza da vivere, inclusa l’eventuale scelta da parte del docente di accettarne una motivata interruzione precoce. L’importante è in ogni caso che, dopo il lavoro pratico e lasciando la parola a ciascuno perché faccia le proprie osservazioni, il gruppo nel suo complesso provi a discutere questioni del tipo seguente:

·         Quanti avrebbero voluto cambiare gruppo?

·         Nei gruppi con maggiore penuria di materiali sono emerse soluzioni particolarmente creative per realizzare la consegna ricevuta?

·         Nei gruppi più invidiabili, dati i limiti di spazio o di risorse disponibili, in quanti al massimo avrebbero potuto stare?

·         Sono emerse proposte di redistribuzione, pacifica o violenta, durante l’esperienza?

·         In ogni caso, quali criteri di redistribuzione, potendo discutere in modo pacifico tra i gruppi, sarebbero stati maggiormente funzionali a consentire all’intera classe di svolgere la consegna assegnata?

Su quest’ultima questione, affinché emerga un ampio ventaglio di possibilità, toccherà anche al docente stesso aggiungere proposte e spingere alla riflessione su vantaggi e svantaggi di ciascuna di esse. Alcune di quelle che ci sembra imprescindibile mettere in campo:

Sta a ciascun gruppo decidere se e quante risorse donare ad altri?

Le regole non si cambiano e a ciascuno tocca quello che la sorte o un presunto merito ha voluto?

Si rimettono tutte le risorse in comune e ce le si ridivide da zero?

Si decide di far ruotare la presenza individuale nei vari gruppi?

Si regolamenta la quantità di movimenti o di scambi di risorse possibili?

Si annulla la divisione in gruppi e si introduce la totale libertà di muoversi e utilizzarle?

Si mantiene la divisione in gruppi ma si introducono standard minimi di equità che valgono trasversalmente per tutti?

Il tempo dedicato a questo laboratorio e alla successiva discussione mira a introdurre la complessa questione dell’ineguaglianza tra esseri umani (e tra gruppi organizzati di esseri umani) in un mondo di risorse limitate non in forma tematica e corredata di morali pre-confezionate, ma nella sua dinamica basilare: in quanto problematica pratica con cui, in un modo o nell’altro, dobbiamo fare i conti. Pensiamo che questa riflessione sull’argomento debba precedere e possa nutrire in modo profondo la comprensione specifica e l’attivazione dell’impegno personale sulle manifestazioni collettive del medesimo problema: ineguaglianze di ricchezza, risorse, diritti nel mondo o all’interno di singole comunità istituzionalizzate; conflitti bellici, economici, finanziari; processi migratori e problemi della mobilità attraverso i confini degli Stati; contraddizioni tra valore dell’equità materiale e della sostenibilità ambientale…