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Greenpeace al G7: i cittadini vogliono più rinnovabili che fossili

Greenpeace al G7: i cittadini vogliono più rinnovabili che fossili

 

(Rinnovabili.it) – Mentre Bruxelles si blinda per ospitare l’attesa due giorni del G7, Greenpeace coglie l’occasione per mandare un ultimo appello ai leader delle nazioni più industrializzate.  I capi di stato, a partire da stasera, si troveranno a discutere tra tanti temi anche della sicurezza energetica e dello sviluppo sostenibile, due elementi oggi presenti anche nelle preoccupazioni dei cittadini europei. A dimostrarlo è il sondaggio presentato dalla stessa associazione ambientalista che rivela come tra il 60 e l’84 per cento dei cittadini dei Paesi del G7 – soprattutto gli italiani – è preoccupato per la dipendenza del proprio Paese dall’import di energia; e che una maggioranza ancor più ampia – tra il 71 e il 91 per cento – pensa che i governi debbano dare priorità a rinnovabili ed efficienza energetica per ridurre tale dipendenza. anche in questo caso sono i cittadini del Belpaese ad essersi dimostrati i più favorevoli alle green energy. E’ di fronte alla prova  della forte divergenza di vedute fra i leader politici – ancora ancorati alle “energie sporche” – e i cittadini che Greenpeace chiede ai leader del mondo di non sacrificare la sicurezza energetica dell’Europa e il clima in favore degli interessi dell’industria fossile.

 

“La crisi Ucraina, che coincide con una crisi di sicurezza energetica per l’Unione, è un campanello d’allarme per l’Europa, affinché cambi le proprie politiche e riduca drasticamente la sua dipendenza dall’import di fonti fossili. Efficienza energetica ed energie rinnovabili sono la soluzione, possono dare il via ad una vera e propria rivoluzione pulita” afferma Andrea Boraschi, responsabile della Campagna Energia e Clima per Greenpeace Italia. “I leader del G7 continuano ad assecondare le grandi compagnie fossili, che dipendono dalle stesse fonti energetiche che ci hanno portato in questo caos e questo atteggiamento rischia di tenere l’Europa vincolata ancora a lungo a gas, carbone, petrolio e nucleare, sacrificando sia sicurezza che clima”, conclude continua Boraschi.

 

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