L'associazione ambientalista è entrata in azione questa mattina a Milano per lanciare un messaggio a tutti i leader riuniti per discutere il futuro energetico dell’Europa
Ottobre sarà il mese decisivo per la definizione della strategia energetica europea; a meno di tre settimane all’appuntamento clou, ovvero il Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre, i ministri si sono riuniti oggi con l’obiettivo di affrontare due questioni chiavi per il futuro comunitario: l’efficienza energetica e la Roadmap per l’adozione del Quadro clima – energia al 2030.
E mentre i grandi dell’UE devono ancora trovare un punto in comune nel complesso dialogo che porterà alla formulazione del pacchetto 2030, c’è chi ha invece le idee chiarissime: sono i cittadini europei che, come ricorda Greenpeace, non hanno dubbi su quali strumenti e fonti vogliono nel loro futuro. “In Europa e in Italia diversi sondaggi hanno dimostrato che oltre l’80 per cento dei cittadini considera il cambiamento climatico un problema urgente e vuole che si punti su rinnovabili ed efficienza energetica, abbandonando le fonti fossili, in primis carbone e petrolio”, continua Iacoboni.
E di fronte ai timidi obiettivi presentati finora dall’esecutivo europea, l’associazione ambientalista risponde con una ricetta di veri impegni, chiedendo l’adozione di tre obiettivi vincolanti al 2030: il taglio del 55 per cento delle emissioni di CO2, il 45 per cento di energia da fonti rinnovabili ed il 40 per cento di incremento dell’efficienza energetica. In tutto ciò l’Italia, Presidente di turno dell’UE, possiede ora un ruolo fondamentale in questa fase di dialoghi e negoziati. Tuttavia, aggiunge Iacoboni “i segnali ricevuti finora non sono positivi: il governo Renzi sta dimostrando di voler puntare sul passato, preferendo trivellare i nostri mari piuttosto che puntare su efficienza energetica e rinnovabili, settori a forte innovazione tecnologica e che permetterebbero la creazione di migliaia di posti di lavoro ed indotto per l’economia”.