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Goletta verde: per le coste calabresi la minaccia continua

Dei 24 punti monitorati da Legambiente ben diciotto hanno evidenziato cariche batteriche oltre i limiti consentiti: nel mirino ancora una volta foci di fiumi, torrenti e canali

 

Pizzo (Vv), Calamaio Foce Fiume Angitola - foto di Anna Paola Montuoro
Pizzo (Vv), Calamaio Foce Fiume Angitola – foto di Anna Paola Montuoro

 

(Rinnovabili.it) – Le coste calabresi continuano a subire la minaccia della mancata depurazione: su ventiquattro punti monitorati da Goletta Verde, ben diciotto presentavano cariche batteriche elevate, anche più del doppio dei limiti imposti dalla normativa. A finire nel mirino sono canali, foci di fiumi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati, toccando in alcuni casi veri e propri record.

 

Criticità che si ritrovano anche nel quadro delineato dall’ultima procedura d’infrazione aperta nei confronti dell’Italia che comprende anche 130 agglomerati calabresi, il 62% del totale regionale, per un totale di circa 1,3 milioni di abitanti equivalenti (ovvero il 36%). Stando alle stime dell’unità di missione del Governo Italia Sicura queste infrazioni costerebbero alla Calabria, a partire già da quest’anno e fino al completamento degli interventi di adeguamento richiesti, 38 milioni di euro.

 

Oltre l’adeguamento degli impianti rimane anche il problema del loro sottoutilizzo. Infatti dall’analisi dei dati forniti alla Regione Calabria emerge che alcuni impianti risultano utilizzati in maniera molto ridotta. “In molti dei punti monitorati,– sottolinea Andrea Minutolo, dell’Ufficio scientifico di Legambiente – e il caso del lido comunale di Reggio Calabria ne è l’esempio, la frequenza dei bagnanti è alta o potenzialmente tale e, di conseguenza, la carica batterica che arriva in mare rappresenta non solo un problema ambientale ma anche un rischio per la salute umana. Chiediamo quindi alle autorità competenti di intensificare i controlli nelle zone più prossime a queste fonti di inquinamento, frutto di una una cattiva gestione del sistema depurativo sia dei comuni costieri che dell’entroterra”.

Resta molto da fare anche sul fronte dell’informazione ai bagnanti. La cartellonistica in spiaggia è praticamente assente, nonostante da due anni sia scattato l’obbligo per i Comuni di apporre pannelli informativi sulla qualità delle acque, secondo uno specifico format europeo.