(Rinnovabili.it) – Fari puntati sulle coste toscane dove l’equipaggio di Goletta Verde ha da poco terminato il monitoraggio dello stato di salute delle acque. La diagnosi del team tecnico ci racconta una storia già conosciuta: su un totale di diciannove punti monitorati nella Regione, sette presentavano valori di contaminazione elevata, ricevendo di conseguenza un giudizio di “fortemente inquinato”. I colpevoli? Le foci di alcuni fiumi, canali e fossi d’acqua. “Il nostro monitoraggio punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali che mettono a rischio la balneabilità dei nostri mari e di conseguenza anche lo sviluppo turistico ed economico dei nostri territori – dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. Ancora oggi, infatti, in Italia circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato, nonostante siano passati oltre dieci anni dal termine ultimo che l’Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi”.
L’Italia sembra non riuscire a togliersi di dosso il fardello della maladepurazione e dell’inquinamento marino. Un assalto, quello perpetrato da rifiuti, scarichi e sversamenti ai danni dell’ecosistema che non si ferma, come dimostrano i dati del dossier Mare Monstrum di Legambiente sul mare illegale basato sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto: la Toscana con 1.097 infrazioni accertate (il 7% a livello nazionale) 1286 persone denunciate e arrestate e 182 sequestri effettuati si piazza al settimo posto nella classifica italiana del mare illegale. In pratica, oltre 3 reati accertati al giorno, 1,8 infrazioni per ogni chilometro di costa.
“Purtroppo, ogni anno continuiamo a registrare i soliti ritardi nell’adeguamento e nell’efficientamento del sistema depurativo locale, sia nei comuni costieri che nell’entroterra – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana -. Si tratta per lo più di situazioni note, come dimostrano i 41 agglomerati toscani sottoposti a procedura d’infrazione per il mancato rispetto della direttiva 271/1991. Questo status esige la necessità d’intervenire al più presto, per evitare che la vocazione turistica, culturale e naturalistica di una delle più belle aree del Paese venga compromessa. La Toscana, d’altra parte, sui temi ambientali, è sempre stata all’avanguardia in Italia. Per questo chiediamo con forza a Regione e Comuni interessati, sia costieri che dell’entroterra, d’intervenire al più presto. Non solo per verificare queste fonti d’inquinamento, ma per porre in essere contromisure rapide, stringenti ed efficaci”.