Si festeggia oggi come ogni 15 giugno, la Giornata Mondiale del Vento, lo speciale evento organizzato dall’EWEA (Associazione europea dell’energia eolica) e dal GWEC (Global Wind Energy Council) per mettere in contatto le persone di tutto il mondo con l’energia eolica. Si tratta di un appuntamento ricco di iniziative, nato con l’obiettivo di fornire maggiori informazioni relativamente al settore dell’energia del vento, rendendo tangibili i benefici associati a questa fonte rinnovabile. Ed ecco perché il tema scelto per questa edizione 2013 è l’eolico e le sue potenzialità “per combattere la crisi climatica”. Tra le molteplici iniziative organizzate per celebrare il Global Wind Day è stata lanciata on-line anche una campagna virtuale per chiedere ai cittadini di fare pressione sui leader mondiali, in vista del vertice del G8 del 17-18 giugno, affinché mantengano il loro impegno d’eliminare gradualmente i combustibili fossili e passare alle eco-energie. Sulla pagina Facebook dell’evento si può infatti scegliere uno degli otto Capi di Stato che prenderanno parte al vertice di Enniskillen, in Irlanda del Nord e inviargli la propria “Wake-up call” (letteralmente “chiamata di sveglia”.
Il livello dei sussidi a fonti come petrolio o carbone è aumentato di quasi il 30% dal 2010 a oggi, raggiungendo quota 620 miliardi dollari, vale a dire sei volte gli incentivi concessi alle rinnovabili. E nel frattempo i livelli globali di anidride carbonica in atmosfera hanno raggiunto un livello record di 400 ppm, ostacolando seriamente gli sforzi per portare le emissioni antropiche sotto controllo.
“Mentre i leader mondiali, a parole, combattono il cambiamento climatico, quello che stanno realmente facendo è sovvenzionare le emissioni di biossido di carbonio per la somma di 110 dollari la tonnellata. Una riforma delle sovvenzioni alle energie fossili ci farebbe intraprendere il vero cammino verso la protezione del clima”, spiega Steve Sawyer, Segretario generale del Consiglio mondiale dell’energia eolica (GWEC).
Oggi, finalmente l’eolico è diventata una tecnologia mainstream: attualmente risulta essere già più economica rispetto alle fonti convenzionali in Australia e Brasile e vi compete direttamente in un numero crescente di mercati, tra cui Messico, Nuova Zelanda, Sud Africa e in parti della Cina e degli Stati Uniti.
Lentamente l’energia del vento sta divenendo la soluzione su cui fare affidamento nelle strategie nazionali per diversificare il mix energetico, ridurre la CO2 e l’inquinamento atmosferico, proteggere le economie dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili fornendo nuovi posti di lavoro e sicurezza economica. Con la giusta politica di sostegno, secondo le due associazioni di categoria, il vento potrebbe raggiungere 1.000 GW entro il 2020 evitando di oltre 9 miliardi di tonnellate di emissioni climalteranti l’anno.
D’altra parte il “buon” eolico, quello per intenderci venuto a patti con paesaggio e fauna, può contare su un forte appoggio dell’opinione pubblica; i sondaggi d’opinione e le indagini di mercato mostrano uno “schiacciante sostegno” della gente nei confronti dell’energia del vento, forte segnale che deve essere preso in considerazione dai decisori politici secondo il GWEC. Secondo un sondaggio dell’Eurobarometro l’89% dei cittadini europei è a favore dell’energia eolica, rispetto al 43% pro carbone e il 36% per nucleare. Nel 2012 uno studio condotto negli Stati Uniti ha mostrato che il 71% degli americani vuole un maggiore sviluppo di energia eolica, mentre in Canada un’indagine ha scoperto che per il 78% degli abitanti dell’Ontario il vento è una delle forme più sicure di produzione di energia elettrica.
Che la percezione di questa fonte rinnovabile sia cambiata anche in Italia lo ha spiegato solo qualche giorno fa Stefano Saglia, Responsabile Energia PdL: “Oggi l’energia eolica ha un ruolo importante nel sistema energetico nazionale poiché rappresenta un’opportunità; il raggiungimento di certi obiettivi nel mondo delle rinnovabili è stato soddisfacente”.
A dimostrarlo sono le stime di Legambiente secondo cui, in uno scenario “realmente sostenibile“, l’eolico potrebbe arrivare a garantire il 10% dei fabbisogni elettrici italiani complessivi. Il quadro attuale parla di 8.383 MW installati a livello nazionale che hanno permesso, nel 2012, di rispondere alla domanda energetica di oltre 5,2 milioni di famiglie, con 13,2 TWh prodotti. Solo a maggio di quest’anno, il vento italiano ha garantito il 5,9% della produzione elettrica con un incremento di oltre il 44% rispetto allo stesso mese del 2012 (dati Terna). “Un Paese come l’Italia ha tutto da guadagnare nel puntare sull’eolico. – aggiunge Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – Grazie a questa fonte rinnovabile possiamo infatti ridurre le importazioni di carbone e petrolio che sono, oltretutto, la ragione principale degli aumenti in bolletta avvenuti negli ultimi 10 anni in Italia. Per continuare nello sviluppo dell’eolico ora però servono certezze per la realizzazione degli impianti, a partire dalle procedure di autorizzazione che ancora oggi rappresentano una fortissima barriera alla diffusione degli impianti”.