La giornata mondiale dei diritti dei consumatori che si celebra il 15 di marzo è dedicata quest'anno alla loro responsabilizzazione alla transizione verso l'energia pulita mettendo al centro, non solo per il nostro paese, il ruolo delle associazioni che li rappresentano.
di Furio Truzzi
E’ tempo di non indugiare oltre, questo mese di marzo diventa cruciale per i consumatori di tutto il mondo, per le imprese e per le istituzioni e il loro approccio verso l’energia pulita.
La produzione di energia, la sua distribuzione, il suo consumo restano le questioni centrali da affrontare in termini di transizione ecologica non solo nel nostro paese.
Tuttavia a tre anni dalla pandemia, un anno dall’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin siamo in grande difficoltà nell’attuare il PNRR, nell’aumento delle quote di energia prodotta tramite fonti rinnovabili, nell’orientare diversamente i consumi energetici che si contraggono non in conseguenza di una efficace politica di risparmio, ma a causa del rallentamento dell’economia.
La giornata mondiale dei diritti dei consumatori che si celebra il 15 di marzo è dedicata quest’anno alla loro responsabilizzazione alla transizione verso l’energia pulita mettendo al centro, non solo per il nostro paese, il ruolo delle associazioni che li rappresentano.
Sta a noi decidere se vogliamo subire o partecipare e magari guidare i processi inevitabili di cambiamento. Indubbiamente occorre una maggior propensione ad affrontare con più determinazione le questioni aperte a livello nazionale e locale se vogliamo contribuire al cambiamento globale.
Prendiamo ad esempio la decisione del parlamento europeo di fissare nel 2035 la fine della produzione/vendita di veicoli a combustibile fossile. Anziché lavorare in quella direzione ci si attarda a polemiche e pessima informazione infatti pochi sanno che esistono tutti gli spazi per la transizione in quanto il provvedimento impatta solo sulle nuove immatricolazioni fatte a partire dal 2035.
Vuol dire che fino a quel momento si possono tranquillamente acquistare e immatricolare anche auto che non siano elettriche e che dopo il 2035 queste stesse auto potranno continuare a circolare per le strade (salvo eventuali nuove limitazioni decise dai proprietari delle strade o dalle autorità, come ad esempio Area B a Milano). Il tema vero è dunque quello di graduare le limitazioni effettive alla circolazione da qui al 2035 per spostare la domanda di nuovi veicoli verso quelli elettrici e come attuarle dopo tale data per non penalizzare brutalmente chi è in ritardo nello switch off per usare un termine che abbiamo conosciuto in un’altra fondamentale transizione: quella digitale.
Tale questione necessita tuttavia maggior attenzione sul tema chiave dell’approvigionamento elettrico pulito con il quale alimentare i veicoli. Lo capirebbe anche un bambino che produrre veicoli elettrici che si alimentano con energia prodotta tramite combustibile fossile, sia questo il metano o carbone, sarebbe un contronsenso oltre che un autogol. Ecco che la priorità delle priorità non è solo quella della trasformazione dei beni nell’utilizzo della fonte energetica per il loro funzionamento: forno elettrico, auto elettrica, riscaldamento elettrico, ecc. quanto quella di come si produce l’energia per farli funzionare.
Torniamo al questione fondamentale di come spingere di più la produzione verso un sistema a neutralità climatica, a energia pulita e allora questo 15 marzo più che celebrare incontriamoci a ogni livello con le nostre istituzioni, le nostre imprese energetiche, tra noi consumatori per condividere insieme come accelerare la transizione, ogni minuto perso e un danno per tutti.