Boschi rigogliosi al posto di distese di lapidi. I designer Citelli e Bretzel immaginano un bozzolo biodegradabile al posto della bara per il funerale green dei loro cari
(Rinnovabili.it) – Un albero per ricordare i nostri cari ormai scomparsi, una foresta rigogliosa invece di una distesa di lapidi. Sempre più spesso si sente parlare di persone che esprimono il desiderio di avere un funerale green quando ormai non ci saranno più. La capsula di sepoltura organica Capsula Mundi è stata progettata dai designer italiani Anna Citelli e Raoul Bretzel proprio con questo obiettivo: rimpiazzare i cimiteri con boschi rigogliosi in cui passeggiare.
Ogni capsula darà le sostanze nutritive ad un albero che ricorderà una persona attenta all’ambiente e inserirà nella natura una riserva di carbonio vivente ed una casa per uccelli ed animali. Il materiale scelto è la plastica di amido ottenuta dalle patate e dal mais per risparmiare gli alberi abbattuti per la fabbricazione delle bare ma piantarne altri.
Gli interessati a questo tipo di sepoltura potranno scegliere tra una serie di alberi adatti a crescere nutrendosi con il contenuto del bozzolo. Per la zona mediterranea sono proposti eucalipti, ippocastani, querce e ulivi e tra gli arbusti alloro, corbezzolo ginestra o mirto. La scelta di un albero da frutto permette ai parenti di cogliere regolarmente i prodotti ed incontrarsi ogni stagione per ricordare il loro caro.
Questo genere di funerale green si è già visto in altre sepolture ma la novità di Capsula Mundi è che permette di seppellire corpi interi e non ceneri, come le soluzioni già in commercio. Un uovo, simbolo della vita, contiene il cadavere posto in posizione fetale e viene messo a dimora come un seme nella terra. L’albero simboleggia l’unione tra terra e cielo, tra materiale ed immateriale.
Ad oggi la legge italiana vieta questo tipo di sepoltura ed il bozzolo biodegradabile rimane un progetto ma non è escluso che in futuro sarà possibile fare questo tipo di scelta dato che la normativa cimiteriale vigente si riconduce al regio decreto del 27 luglio 1934, attualmente in fase di aggiornamento.