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ENPA, LAV e LIPU contro i botti di Capodanno

Enpa, Lav e Lipu hanno scritto una lettera ai sindaci italiani per vietare i botti di Capodanno e salvare le migliaia di animali che muoiono di paura

ENPA, LAV e LIPU contro i botti di Capodanno

 

(Rinnovabili.it) – Gli animalisti lottano insieme per l’ordinanza che vieti i botti di Capodanno. Dopo la petizione dello scorso anno di Change.org, anche oggi c’è chi prova a salvare i nostri amici a quattro zampe dallo spavento causato dai petardi per festeggiare il nuovo anno. A chiedere ai Comuni di rendere i fuochi d’artificio rumorosi vietati sono LAV, la lega anti vivisezione italiana, l’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali e la LIPU, la Lega Italiana Protezione Uccelli.

I festeggiamenti per l’arrivo dell’anno nuovo ogni volta terrorizzano molti animali che muoiono per lo spavento, cani e gatti in fuga attraversano le strade spesso sono anche la causa di incidenti stradali che coinvolgono vite umane.

 

Le richieste delle associazioni contro i botti di Capodanno

“Animali d’affezione come cani e gatti rischiano infarti e malori dovuti alla paura dei botti e ogni anno i centri di recupero delle associazioni soccorrono decine di uccelli che, spaventati dai botti di Capodanno e volando all’impazzata, finiscono per urtare contro vetrate, cavi, palazzi; per non parlare poi degli esemplari trovati per strada ormai privi di vita. Tra loro anche uccelli e rapaci che vivono in ambienti urbani” scrivono le tre associazioni animaliste coalizzate.

 

Con questa lettera rivolta a tutti i sindaci dei comuni italiani, si chiede di seguire la strada dei comuni virtuosi che hanno già emanato l’ordinanza anti botti e hanno organizzato spettacoli pirotecnici silenziosi e iniziative sostenibili, per far sì che la nostra festa non diventi una notte di terrore per gli animali selvatici e domestici.

Secondo Enpa, Lipu e Lav, la tradizione di sparare petardi durante la notte di Capodanno, vìola il valore civile del nostro popolo, che manca di rispetto agli animali e testimonia una profonda insensibilità nei confronti della sofferenza delle altre creature.