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Eni Award 2019: al Quirinale premiata l’energia della Ricerca

eni award 2019
Credit: Eni

Ricerca scientifica, sostenibilità e protezione dell’ambiente sono al centro dell’edizione annuale di Eni Award, il premio dedicato ai migliori progetti in campo energetico assegnato dalla multinazionale italiana.

Il “Nobel dell’Energia” lanciato nel 2007, promuove lo sviluppo di nuove tecnologie in ambito energetico attraverso il riconoscimento del lavoro dei ricercatori che le hanno messe a punto durante l’anno. Eni Award ha visto nel corso degli anni la partecipazione di ospiti illustri, figure scientifiche di eccellenza come il biologo statunitense John Craig Venter, noto per la sequenziazione del genoma umano o la geologa canadese Barbara Sherwood Lollar, famosa per i suoi studi sulla presenza di acqua su Marte. La consegna dei premi si è svolta anche quest’anno al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a testimonianza del rilievo dell’evento.

 

Le sezioni di Eni Award

L’edizione di quest’anno ha visto protagonista il tema cruciale della transizione energetica, insieme allo stoccaggio efficiente di energia, lo sviluppo di materiali innovativi e l’attenzione alle risorse ambientali. 78 i ricercatori premiati, provenienti da tutti e cinque i continenti. Varie le categorie dei premi Eni Award, ecco le principali:

 

Le novità di Eni Award 2019

James A. Dumesic (Università del Wisconsin), si è aggiudicato il premio Transizione Energetica con uno studio su un nuovo metodo di conversione della biomassa in carburanti e prodotti chimici. Il processo sviluppato da Dumesic incrementa la resa della conversione mediante l’utilizzo di processi catalitici che ottimizzano le condizioni di reazione. Un esempio interessante è l’ottenimento di biomateriali in tutto alternativi alle comuni plastiche di origine fossile a partire da zuccheri semplici come il fruttosio. Frontiere dell’Energia è andato invece a Michael Aziz e Roy Gordon (Università di Harvard), che hanno messo a punto una batteria che utilizza elementi abbondanti in natura (idrogeno, ossigeno e carbonio) e molecole organiche disciolte in acqua per l’accumulo dell’energia. Funzionamento ed economicità dei componenti la rendono particolarmente adatta ad un accoppiamento con fonti rinnovabili intermittenti come eolico e solare fotovoltaico. Paul Chirik (Università di Princeton), ha ricevuto infine il premio Soluzioni Ambientali Avanzate con una serie di studi  che guardano alla catalisi di metalli abbondanti (Ferro, Cobalto e Nichel), in sostituzione a quelli nobili (Platino, Rodio, Palladio, ecc.). Il campo d’applicazione delle ricerche di Chirik e del suo gruppo interessa in particolare l’industria farmaceutica e potrebbe introdurre importanti benefici economici ed ambientali al settore.

Per la sezione Giovani Talenti dall’Africa, l’Eni Award è stato assegnato a Emmanuel Kweinor Tetteh (Durban University of Technology) e Madina Mahmoud (American University, Cairo). Entrambi i lavori riguardano processi innovativi per il trattamento delle acque reflue di produzione. Alberto Pizzolato (Politecnico di Torino) e Matteo Monai (Università degli Studi di Trieste), sono invece i due ricercatori under 30 a cui è andato il premio Giovane Ricercatore dell’Anno.

 

Il ruolo dei “big” energetici nella sfida climatica

L’Italia è diventato per noi, non più un centro di produzione petroliera, ma un centro di produzione tecnologico importantissimo”, sottolinea Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, presente alla cerimonia di Eni Award. “Negli ultimi 4 anni – prosegue Descalzi – abbiamo investito 1 miliardo di euro sulla ricerca pura, ai quali si aggiungono altri 3 miliardi per tutti i progetti che vanno dalla riduzione della CO2 all’economia circolare”.

Gli sforzi da parte dei giganti energetici globali nell’innovazione dei processi della produzione di energia e nell’aumento dell’efficienza saranno fondamentali per garantire da un lato la sicurezza energetica per tutti i Paesi del Mondo e dall’altro il raggiungimento degli obiettivi climatici fissati dagli Accordi di Parigi del 2015. La transizione energetica deve essere equa e deve dare accesso all’energia a chi non ce l’ha. Per questo Eni ha cambiato mission societaria impegnandosi sugli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu“, conclude al termine della cerimonia Emma Marcegaglia, Presidente del gruppo.

In collaborazione con Eni
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