La FIRE e l'ENEA hanno organizzato a Roma un workshop per la diffusione e lo scambio di esperienze degli energy management
Rimane però si da fare di più, molto di più, come indicano chiaramente tutte le direttive della Unione Europea in questi ultimi dodici anni. Ciò in quanto l’efficienza energetica è considerata da tutti la migliore soluzione per rispondere ai cambiamenti climatici, ridurre la dipendenza energetica dell’Italia dall’Estero, aumentare nel contempo la competitività delle imprese nazionali, contenere il più possibile il problema della fuel poverty e conseguire infine gli obiettivi del progetto clima energia della UE. La pianificazione nazionale in questo campo, tutto sommato, mostra discreti segnali in termini di risultati concreti ottenuti in questo ultimo lustro, ma mostra anche l’esigenza di imprimere una forte spinta all’efficienza energetica, allo scopo di conseguire i risultati e i traguardi fissati per l’anno 2020. Ma per arrivare a ciò, si devono superare alcuni ostacoli, il primo dei quali è legato alla conoscenza dell’esistenza di soluzioni concrete ed attuabili, in grado di migliorare l’uso dell’energia, portando benefici economici, energetici ed ambientali; a tal fine, oltre alla conoscenza dei dettagli operativi, propria dei tecnici e degli esperti, è fondamentale che si possa incrementare il più possibile la conoscenza di base, ossia una vera e propria sensibilità sull’argomento. Ciò renderebbe i decisori aziendali più propensi ad intraprendere azioni di efficientamento, proprio con l’aiuto e la consulenza dell’ Energy Manager. A questo primo ostacolo, se ne aggiungono poi molti altri, quali la presunta secondarietà del tema rispetto al core business, la effettiva ed efficace professionalità degli operatori, le attitudini ed i comportamenti generali e particolari, la filiera non sviluppata adeguatamente e la produzione non industrializzata, unitamente alla complessità delle soluzioni e le difficoltà di integrazione con l’esistente, i vincoli legislativi e normativi nazionali e locali, il non ancora fluido accesso agli incentivi, ed infine la bancabilità dei progetti proposti e le attitudini attuali del sistema di credito. L’esperienza pluriennale di tutti gli addetti ai lavori nel settore del risparmio energetico, mostra che le campagne di informazione e di comunicazione, se portate avanti con chiarezza e determinazione per alcuni anni, risultano sicuramente ed estremamente efficaci nel modificare gli atteggiamenti ed i comportamenti delle persone e delle aziende nei confronti della figura e del ruolo dell’Energy Manager: questa evidente e constatata sensibilizzazione ha cominciato a dare i suoi frutti, ma è indispensabile insistere ulteriormente e andare avanti. Nei numerosi casi nei quali il top-management delle aziende risulta chiaramente sensibilizzato, l’Energy Manager assume un ruolo importante, determinante, decisivo, ed allora risulta molto più agevole far passare investimenti in efficientamento, purché rispettino i parametri di costo efficacia stabiliti dalle singole aziende. Un ulteriore convegno del FIRE è previsto a breve a Milano presso il Centro Congressi Stelline nei giorni 21 e 22 marzo p.v., e sarà dedicato al tema Certificati bianchi, ovvero titoli di efficienza energetica a portata di mano.