di Vittorio Marletto – Energia per l’Italia
L’Emilia-Romagna ama raccontare a se stessa cose che talvolta non sono vere. Per esempio su certi temi cruciali come la lotta alla crisi climatica e la corsa alla transizione non siamo all’avanguardia, anzi siamo alla retroguardia, abbiamo in effetti consumi energetici altissimi e una limitatissima penetrazione delle rinnovabili, abbiamo rischi enormi sul territorio eppure siamo tra i più grandi consumatori di suolo, le nostre industrie non sono adeguatamente elettrificate e i nostri trasporti emettono decisamente troppo.
I dati necessari per comprovare queste affermazioni sono relativi agli anni 2021-22 e sono accessibili in rete (https://italyforclimate.org/ciro-database-regioni-clima/), aggregati nel database Ciro, una collaborazione tra l’associazione Italy for Climate e Ispra, Istituto superiore per la protezione e ricerca sull’ambiente. Vediamoli in dettaglio.
Anzitutto i consumi energetici, dove insieme al Friuli-VG battiamo tutte le altre regioni consumando la bellezza di 2,8 tep (tonnellate equivalenti petrolio) per abitante, ben oltre la media nazionale, che è di 1,8 tep (1 tep equivale teoricamente a 11,6 megawattora, che si riducono a circa 6 MWh tenendo conto dell’efficienza media delle conversioni di idrocarburi in elettricità).
La nostra regione è terzultima in classifica nella quota di energia da rinnovabili, con solo il 12% del totale, fanno peggio di noi solo il Lazio e la Liguria. Siamo invece i peggiori d’Italia quanto ad emissioni di gas serra dagli edifici, con ben 2 tonnellate per abitante, contro una media nazionale di 1,3.
Anche le emissioni complessive di gas serra dell’Emilia-Romagna sono molto più alte della media nazionale, che è pari a 7 tCO2eq/abitante, mentre qui si svetta a 9,5 tonnellate a persona.
L’industria regionale ha purtroppo la più bassa quota di consumi elettrici in Italia (meno del 30%). L’indicatore misura quanto dei consumi finali di energia del settore industriale (manifattura e costruzioni) è soddisfatto da energia elettrica. Livelli bassi indicano difficoltà a sostituire le fonti fossili con le rinnovabili, in un settore così importante per l’economia.
Anche nei trasporti fanno peggio di noi solo regioni molto montuose come Molise, Liguria, Trentino AA e Valle d’Aosta, le nostre medie stanno su 2,3 tCO2eq/abitante, mentre la media nazionale è 1,8.
Drammatico infine il consumo di suolo, pari al 9% di un territorio che è a rischio altissimo di alluvione, con un record del 60% di popolazione esposta. Consumano suolo più di noi altre tre sole regioni, Campania, Veneto e Lombardia, a fronte però di esposizioni al rischio decisamente più basse.
Davanti a dati come questi risulta molto urgente una riflessione a tutti i livelli di governance che porti l’Emilia-Romagna a definire un piano concreto per migliorare la situazione, e in fretta. La crisi climatica non aspetta nessuno.