Cambiamento climatico e carenza di acqua, perché le donne pagano un prezzo più alto?
Il cambiamento climatico colpisce più duramente le donne, soprattutto nei paesi più fragili dove c’è carenza di acqua.
Le donne hanno la responsabilità della raccolta di acqua
Nel mondo ben due miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile, e comunque sicura.
In queste aree, infatti, la raccolta dell’acqua spetta alle donne e alle ragazze.
Se si considera che il riscaldamento globale è anche causa ed effetto della insicurezza idrica, si può facilmente ipotizzare che negli anni a venire le donne saranno sempre più vulnerabili.
Entro il 2050, dove non c’è acqua corrente, il tempo che le donne impiegano per andare a procurarsi l’acqua potrebbe aumentare addirittura del 30%.
Nel Sud-Est asiatico, nel Sud America e in Africa, dove le temperature sono particolarmente elevate, il tempo potrebbe perfino raddoppiare. È una situazione durissima: devono andare a piedi, lontano, con temperature altissime, e tornano portando un carico pesante.
L’impatto del cambiamento climatico sul benessere delle persone
Lo studio di un gruppo di ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research (Germania) – Climate change to exacerbate the burden of water collection on women’s welfare globally, pubblicato in “Nature Climate Change” – è giunto a queste conclusioni dopo aver analizzato l’impatto del cambiamento climatico sul benessere delle persone. Ne è emerso che le donne sono i soggetti più vulnerabili.
Quali sono le cause? Il cambiamento climatico porta all’aumento delle temperature e altera i modelli di precipitazioni, di conseguenza influisce sulla disponibilità di acqua.
Come spiegano gli studiosi, temperature più elevate e minori precipitazioni abbassano il livello delle falde, per cui l’accesso all’acqua diventa più difficile.
Le donne sottraggono tempo al lavoro e all’istruzione
Lo studio evidenzia che nel periodo 1990-2019 le donne che vivono con le loro famiglie senza acqua corrente hanno trascorso ogni giorno 22,84 minuti per procurarsi l’acqua.
Si tratta ovviamente di un valore medio variabile: ad esempio in alcune zone dell’Indonesia sono sufficienti 4 minuti, che salgono a 110 in Etiopia.
Elaborando i dati e facendo una proiezione in uno scenario ad alte emissioni, gli studiosi hanno rilevato che entro il 2050 le donne dovranno dedicare il 30% del tempo in più per procurarsi l’acqua.
Se però il riscaldamento globale dovesse rimanere al di sotto dei 2°, questo tempo diminuirebbe del 19%.
Tali considerazioni si accompagnano inevitabilmente ad altre di più largo respiro: il peso fisico e mentale per procurarsi l’acqua priva le donne di un tempo che potrebbero dedicare al lavoro o all’istruzione.
Questo tempo perduto ha un ulteriore impatto sul loro benessere e su quello della comunità, che si traduce anche in un impatto economico.