Si preannuncia arduo il percorso che porterà al testo chiave di questa COP 18, varato con tutta probabilità non prima di sabato
C’è già però chi parla di ennesimo flop, pronto a scommettere che anche questa volta si avrà un risultato fumoso al pari di quanto avvenuto negli scorsi anni. “C’è un alto livello di disaccordo sul pacchetto attuale”, ha spiegato il ministro degli Esteri di Nauru, stato insulare dell’Oceania, Kieren Keke. “In generale, l’attuale pacchetto riguarda ampiamente la prosecuzione del dibattito e molto poco l’azione”, ha concluso.
In pochi sembrano dunque aver raccolto il toccante appello del delegato delle filippine Naderev Sano, che dal palco di Doha in un intervento, interrotto anche dalle lacrime, ha raccontato la “tragedia straziante” che ha colpito il Paese con il passaggio del tifone Bopha e ha chiesto un’azione urgente. “Chiedo a tutto il mondo, ai leader di tutto il mondo: aprite gli occhi alla cruda realtà che dobbiamo affrontare”, ha affermato Sano. “L’esito del nostro lavoro non deve rispecchiare la volontà dei leader politici, deve essere quello che ci chiedono 7 miliardi di persone. Basta rinvii, basta scuse: facciamo in modo che Doha sia ricordata come il luogo in cui abbiamo trovato la volontà politica per cambiare le cose”.